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Unime, partner di un importante progetto di cooperazione internazionale finanziato dalla NATO

L’Emerging Security Challenges Division (ESCD) della NATO (North Atlantic Treaty Organisation) ha comunicato che il progetto VIPER (Learning a lesson: fighting SARS-CoV-2 Infection and get ready for other future PandEmic scenaRios) è stato ammesso al finanziamento nell’ambito del Science for Peace & Security Programme (SPS). https://www.nato.int/cps/en/natohq/78209.htm

VIPER è un progetto di cooperazione e di ricerca scientifica tra Italia e Svezia nel quale Università ed Enti di ricerca appartenenti ai due paesi saranno impegnati nello sviluppo preclinico dell’agente antivirale ad ampio spettro MEDS433.

Il network internazionale coinvolge i partners svedesi del Karolinska Institutet e dell’Università di Uppsala e le Università Italiane di Torino, Messina e Padova. Le attività progettuali prevedono lo sviluppo in larga scala di MEDS433 (UniTo), la sua formulazione (UniMe ed Uppsala), lo studio in vitro (UniTo e UniPd) ed infine lo studio in vivo in modelli animali infettati da SARS-COV-2  (Karolinska).

Il gruppo di ricerca di UNIME, costituito dai Proff. Anna Piperno, Maria Teresa Sciortino, Angela Scala e Nicola Micale e dal dottorando Roberto Oliva del Dipartimento ChiBioFarAm coordinerà la formulazione dell’agente antivirale beneficiando della collaborazione esterna con il Dr Antonino Mazzaglia (ISMN-CNR) e con il Prof Antonio Rescifina (UniCt).

MEDS433 è un antivirale ad ampio spettro attivo su virus sia a DNA che a RNA e come tale può essere considerato un’arma preziosa per affrontare eventi pandemici causati da virus. L’attuale emergenza sanitaria ha messo in luce la drammatica mancanza di efficacia dell’armamentario terapeutico attualmente disponibile per combattere le infezioni virali, sollevando serie preoccupazioni per la salute pubblica e per le implicazioni sull’economia mondiale e sulle conseguenti crisi umanitarie. In quest’ottica, l’implementazione del MEDS433 potrà risultare strategica per affrontare soprattutto le fasi iniziali di un nuovo focolaio o pandemia, poiché potrebbe fornire copertura terapeutica nel tempo di attesa necessario per lo sviluppo di un vaccino.

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di Redazione
© Riproduzione Riservata
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