Un nuovo ecografo è stato dato in dotazione all’UOC di Medicina Interna dell’ospedale Umberto I di Enna.
Presenti alla cerimonia inaugurale i vertici aziendali dell’ASP di Enna e i direttori della Scuola Medica Ospedaliera SIUM di ecografia clinica dell’ARNAS Garibaldi di Catania, Marcello Romano, e della Scuola SIUMB Urgenza/emergenza dell’azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania, Mario Scuderi.
Abbiamo chiesto al direttore della Unità Operativa di Medicina Interna dottore Mauro Sapienza l’importanza di questo evento: “La Medicina Interna è la specializzazione che si occupa di pazienti complessi e pluripatologici; l’innovazione tecnologica ha espanso il metodo clinico all’ecografia fatta a letto del paziente; quindi, avere un ecografo multidisciplinare tecnologicamente avanzato permetterà di ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici dei nostri pazienti”.
Certamente il ruolo della Medicina Interna ospedaliera è sottovalutato dal nostro Sistema Sanitario e anche in questa regione viene vista con superficialità, come una branca specialistica accanto alle altre ma spesso priva di contenuti. Quando si chiede in giro chi è l’internista spesso non sanno rispondere neanche gli addetti ai lavori oppure lo si indica come lo specialista che ha risolto il proprio problema dopo avere “girato” tanti specialisti d’organo senza avere avuto la giusta risposta.
Gli altri specialisti spesso demandano all’internista quando non c’è posto nei propri reparti o quando, il chirurgo nella fattispecie, non individua un’urgenza chirurgica demandando all’internista la stabilizzazione del quadro clinico per una successiva valutazione.
“La medicina Interna deve tornare ad essere la branca specialistica d’eccellenza per affrontare la complessità clinica ed organizzativa” afferma Franco Perticone, ordinario di Medicina Interna presso l’università “Magna Graecia” di Catanzaro e presidente della Società Italiana di Medicina Interna.
“L’internista ospedaliero è una risorsa per il sistema perché in grado di affrontare i quadri sindromici cioè caratterizzati da sintomi e segni che non indirizzano chiaramente verso un organo o un apparato ben preciso” afferma Salvatore Di Rosa past president della FADOI (società italiana degli internisti ospedalieri) già direttore generale dell’azienda ospedali riuniti Villa Sofia – Cervello di Palermo, e aggiunge “L’internista è una risorsa proprio per sua capacità di affrontare la coesistenza di più patologie che non possono essere contemporaneamente gestite da più specialisti ed in cui la capacità di sintesi rappresenta l’elemento critico della decisione clinica. Può essere considerato il coordinatore clinico dei casi complessi riuscendo quindi anche ad ottimizzare tempi e risorse economiche”.
Forse è arrivato il momento dentro questa regione di rivedere le competenze che devono essere presenti dentro i reparti di medicina interna e le capacità degli internisti di gestire casi clinici complessi deve essere supportata da adeguati strumenti tecnologici che rappresentano ormai la prosecuzione della visita al letto del malato.Agli internisti bisogna chiedere una elevata qualificazione nel metodo e nel ragionamento clinico ma anche sui principali esami strumentali per potere prendere carico in modo efficace ed efficiente delle varie problematiche del paziente utilizzando gli altri specialisti per avere una seconda opinione e discutere in modo proattivo delle problematiche specifiche senza perdere il senso del tutto.
Al dottore Sapienza i migliori auguri per continuare questo percorso di miglioramento che lui stesso ha fortemente voluto.