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Telemedicina: come nuova frontiera per la qualità, la continuità e la sostenibilità delle cure nei pazienti cronici

telemedicina

L’evoluzione nella dinamica demografica a cui stiamo assistendo ormai da alcuni anni, l’invecchiamento della popolazione, l’incremento delle patologie croniche con la conseguente modifica dei bisogni di salute della popolazione, rendono sempre più necessaria una riorganizzazione strutturale della rete dei servizi sanitari offerti al cittadino affinché si possa mantenere lo standard qualitativo e la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario.

Le innumerevoli potenzialità dell’innovazione tecnologica a cui assistiamo giorno dopo giorno possono significativamente contribuire alla necessaria riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, soprattutto nell’ottica di rafforzare l’ambito territoriale incentivando lo spostamento del fulcro dell’assistenza sanitaria dall’ospedale al territorio attraverso modelli innovativi e facilitando così l’accesso alle prestazioni su tutto il territorio nazionale e non soltanto in limitati centri ospedalieri specializzati.

Tutto ciò è possibile grazie alla telemedicina, ossia all’insieme delle tecniche mediche e informatiche che permettono la cura e la gestione dei pazienti in remoto, fornendo servizi sanitari a distanza e contribuendo cosi a razionalizzare l’intervento sanitario mirando contemporaneamente al contenimento e all’ottimizzazione della spesa sanitaria pubblica oggi sempre più in crisi.

Grazie alla telemedicina e alle modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie abilitate che ne derivano si può assicurare al paziente un’equità nell’accesso alle cure soprattutto nei territori privi di personale e strutture specializzate, un significativo supporto alla gestione delle cronicità in collaborazione con il curante presente sul territorio, un canale di accesso dedicato all’alta specializzazione in caso di necessità, una migliore continuità della cura anche attraverso il confronto multidisciplinare ed un fondamentale ausilio clinico nei casi selezionati che configurano una situazione di emergenza-urgenza.

Grazie all’impatto sociale e sanitario che ne deriva, la rilevanza della telemedicina oggi è ampiamente riconosciuta a livello internazionale ed in molti stati europei risulta essere già molto diffusa ed in alcuni casi sostenuta da interventi normativi dedicati e parte integrante del Sistema Sanitario.

Soprattutto in ambito cardiologico la telemedicina consente ad oggi il monitoraggio e la gestione dei pazienti cardiopatici grazie ad un pronto accesso a distanza alla consulenza di sanitari esperti atto ad individuare quanto prima eventuali problematiche cliniche in evoluzione con conseguente loro gestione e trattamento, a volte anche senza la necessità che il paziente venga condotto in ospedale e sempre con la collaborazione del curante presente sul territorio.

In particolare la branca della cardiologia dedicata alla diagnosi e cura delle aritmie mediante l’impianto di dispositivi quali pacemaker, defibrillatori, dispositivi per la resincronizzazione cardiaca, loop recorder, si avvale attualmente degli strumenti necessari per poter offrire al paziente una migliore gestione clinica ed organizzativa di varie patologie cardiache grazie alla trasmissione e refertazione a distanza di un elettrocardiogramma e al monitoraggio a distanza di parametri clinici e non in pazienti portatori di dispositivi cardiaci impiantabili.

Infatti, grazie ad algoritmi diagnostici sempre più sofisticati presenti in questi dispositivi ad oggi siamo in grado di memorizzare una significativa quantità di informazioni relative al funzionamento del dispositivo stesso, all’insorgenza ed incidenza di aritmie (ad esempio riconoscimento immediato di eventi aritmici ventricolari, riconoscimento precoce di episodi di fibrillazione atriale che espongono il paziente ad elevato rischio di ictus ischemico), a misure fisiologiche sullo stato di salute del paziente e ad indicatori delle funzioni cardiovascolari (indici di evoluzione dello scompenso cardiaco). Tutto ciò consente al sanitario di poter avere accesso a distanza ad importanti informazioni con la possibilità di riconoscere in tempi molto brevi eventuali situazioni cliniche in evoluzione, anche di significativa pericolosità per la vita del paziente e consentendo di intervenire nel minor tempo possibile minimizzando rischi e costi che ne potrebbero conseguire.

Numerosi studi in letteratura hanno dimostrato come il controllo remoto del paziente portatore di dispositivi cardiaci impiantabili, in aggiunta ai periodici controlli clinici e strumentali in ambulatorio, ha significativi risvolti positivi in particolare sul miglioramento della qualità di vita del paziente, sul miglioramento in termini di salute generale ed in particolare sulla riduzione delle ospedalizzazioni e della mortalità cardiovascolare in generale. La raccolta dei dati clinici e la loro conseguente archiviazione sono gestiti direttamente dal produttore del dispositivo o dati in gestione a società specializzate ed il sanitario autorizzato ne ha accesso a distanza in qualsiasi momento e attraverso protocolli che utilizzano le tecnologie più avanzate vengono garantiti gli aspetti relativi alla conservazione e alla riservatezza dei dati.

Alcune delle principali ricadute della telemedicina sul paziente e sul sistema sanitario possono essere così riassunte:

migliore follow-up del paziente cronico;

riduzione del numero di visite ambulatoriali programmate;

riduzione dei trasferimenti e spostamenti dei pazienti cronici dal luogo di vita all’ambulatorio;

individuazione precoce di eventuali problematiche cliniche in evoluzione;

riduzione del numero di ospedalizzazioni e di ricoveri impropri;

riduzione dei costi economici e sociali legati al follow-up dei pazienti cronici.

A mio avviso, nell’ottica di una sostenibilità di un Sistema Sanitario oggi sempre più in crisi su molti aspetti, la sfida dei prossimi anni deve dunque necessariamente riguardare la corretta ottimizzazione delle limitate risorse economiche ed umane ad oggi disponibili, rendendo fruibile, semplice e continua la comunicazione fra i diversi protagonisti/erogatori per un utilizzo migliore ed appropriato delle risorse disponibili, migliorando la qualità dell’assistenza sanitaria e garantendo la continuità delle cure e l’equità dell’accesso alle prestazioni sanitarie qualificate anche in aree remote.

Con strutture sanitarie sempre più in difficoltà a causa di personale e risorse economiche sempre più ridotti si prospetta così una nuova e moderna modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria in grado di rendere il Sistema Sanitario sostenibile e capace di continuare a fornire servizi di diagnosi ed assistenza medica di elevata qualità ed in modo integrato, contribuendo a superare i vincoli di distribuzione territoriale delle competenze nonché di frammentazione e limite temporale dell’intervento sul paziente stesso con le conseguenti ricadute positive in termini di qualità del servizio sanitario offerto e soprattutto nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse umane ed economiche ad oggi disponibili.

Il contenimento della spesa di per sé non rende sostenibile un sistema sanitario, come in ogni sistema la sostenibilità viene garantita solo da una continua ed opportuna evoluzione“.

Gregory Dendramis

di Gregory Dendramis
© Riproduzione Riservata
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