Uno studio pubblicato su Science sembra confermare la tesi secondo cui chi entra in contatto con il virus della mononucleosi (Epstein – Barr) aumenterebbe le probabilità di contrarre la sclerosi multipla. A chiarire il punto è Tullio Prestileo, direttore Unità Operativa Dipartimentale Patologie Infettive delle popolazioni vulnerabili Arnas Civico di Palermo.
“L’ipotesi per la quale l’infezione del virus Epstein – Barr potrebbe essere il grilletto che scatena una reazione ben precisa è nota dal 2006 e ad oggi, sia dal punto di vista clinico, epidemiologico che del rapporto causa – effetto, non c’è una chiara relazione di questa corrispondenza stretta“, afferma Prestileo. “Questo avviene per due ragioni: intanto l’infezione da mononucleosi è molto diffusa soprattutto tra la popolazione giovanile e quindi non è più un dato rilevante, dall’altra parte non è che i pazienti che hanno la sclerosi multipla hanno avuto necessariamente la mononucleosi“.
Bisogna comunque capire se effettivamente ci può essere una relazione tra l’infezione e una maggiore facilità d’insorgenza della sclerosi multipla. “Questa è una malattia multifattoriale, ossia non è ad oggi noto se la causa sia isolata o molteplice. Quindi l’ipotesi sulla quale si sta lavorando è se l’infezione da virus Epstein – Barr possa scatenare una reazione immunitaria nella persona infetta, che determina l’attacco alla mielina, cioè la produzione di anticorpi che vanno ad interagire con le sostanze del sistema nervoso e che a lungo termine scatenano la sclerosi multipla”, conclude.
L’Epstein – Barr può quindi essere il grilletto che scatena la malattia ma in soggetti già con una determinata predisposizione come assetto genetico.