“Prendiamo atto della recente iniziativa presa dall’Assessore regionale della salute, Ruggero Razza e non possiamo che apprezzare l’ennesimo gesto di coraggio da parte di un’amministrazione, come quella regionale, che vuole davvero garantire una sanità sempre più efficiente ed organizzata“, lo dicono Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri, rispettivamente segretari delle federazioni regionali Sanità e Medici della Ugl.
“Anche se il progetto che si intende avviare, a primo impatto, potrebbe apparire inopportuno e fuori luogo, in realtà persegue una strada corretta nell’ambito della formazione del personale medico. Non possiamo infatti soprassedere sull’incredibile condizione nella quale ci troviamo che, certamente, è tale non per colpa del Governo regionale attuale. Come non possiamo dimenticare che il dramma dell’assenza di medici è una triste realtà in tutto il territorio nazionale, essendo anche figlio di anni di mancata programmazione. L’attività posta in essere dall’assessore Razza, quindi, se non è di certo una soluzione definitiva, rappresenta un piccolo, ma importante, passo in avanti che segue il recente aumento dei posti di specializzazione, mettendo a disposizione delle borse regionali e chiedendo al Ministero dell’Istruzione un notevole incremento dei posti disponibili nelle scuole di specializzazione“, aggiungono.
“Sarebbe ovviamente quest’ultima la soluzione ideale ma, nelle more che venga finalmente applicata, nelle corsie e soprattutto nei presidi di pronto soccorso va mandato qualcuno! In questo modo, con “training on the job“, tanti giovani, peraltro abilitati alla professione medica, fungeranno da supporto ai colleghi, completando la formazione all’interno delle strutture ospedaliere. Cosa che avviene già nelle altre discipline. Per questo, nel contesto, ci piace rilanciare la nostra proposta di affidare le funzioni didattiche anche ai medici ed al personale tecnico, con adeguato curriculum formativo, operante nei policlinici, affinché possano integrare il settore dei formatori“, proseguono Urzì e Lanteri.
“Sosteniamo dunque l’idea di Razza, nella consapevolezza che questi giovani medici, che di fatto avranno delle funzioni analoghe a quelle degli specializzandi, si troveranno dopo due anni con la possibilità di accedere al mondo del lavoro, nel settore dell’emergenza-urgenza e nel circuito del 118. Quindi non una nuova forma di precariato, ma una reale opportunità di lavoro. Auspichiamo infine che questo investimento nel giro di pochi anni possa tramutarsi, previo consenso del Ministero, in un aumento dei posti disponibili nelle scuole di specializzazione, per avere medici con pieno titolo nei nosocomi”, concludono.