Martedì, 18 maggio 2021, è stato raggiunto un accordo per due importanti obiettivi delle scriventi organizzazioni sindacali a favore dei Lavoratori del Policlinico di Palermo:
– il “bonus covid” del personale del Comparto sarà finalmente erogato nella busta paga di maggio;
– i buoni pasto previsti per il personale in “smart working” saranno distribuiti entro il mese di maggio.
Abbiamo ottenuto che, con prossimo incontro, saranno valutate altre unità operative i cui Lavoratori potranno essere destinatari del “Bonus Covid”, grazie a somme residue già individuate. Si tratta di primi, solo iniziali, risultati ottenuti dalle scriventi organizzazioni sindacali che, in data 6 maggio 2021, solo per citare l’ultima nota, avevano intimato alla direzione del Policlinico dell’Università di Palermo la convocazione di una apposita seduta di Contrattazione Integrativa su tutte le questioni irrisolte.
La gestione commissariale non ha potuto, di fronte all’evidenza del proprio colpevole ritardo, che procedere alla presa d’atto della pressione delle parti sindacali, al netto di stucchevoli adulazioni volte a piccoli interessi di bottega da parte di alcuni. Ricordiamo infatti che questi accordi potevano essere conclusi mesi addietro con il corretto ristoro, parziale ma dovuto, ai Lavoratori. Il caos dei tavoli tecnici, i ritardi accumulati e il successivo tentativo di presentarsi come il risolutore delle vertenze, sono frutto della deleteria gestione commissariale dell’Azienda.
Tante e importanti sono le questioni irrisolte per i Lavoratori del Policlinico di Palermo. Ultima in ordine di tempo, segnaliamo che, in tema di smart working, grava sui Lavoratori interessati la nota prot. 15658 del 07/05/2021, relativa al rientro in presenza. Una nota emanata in palese divario rispetto a quanto previsto dalle indicazioni della Funzione Pubblica.
In tema di organizzazione rimangono disattese del tutto le necessità di reclutamento e del corretto impiego del personale amministrativo infermieristico, OSS, ostetrico, tecnici sanitari. La gestione commissariale preferisce infatti dedicarsi alla propria comunicazione, con insolita velocità su questa attività, in dispregio dei sacrifici dei Lavoratori del Policlinico. Rimangono al palo questioni organizzative fondamentali quali incarichi di coordinamento, responsabilità e funzioni specialistiche.
Su tutti questi temi insoluti, solo limitatamente rappresentati per esigenza di sintesi, rimane trasversalmente il tema della contrattazione integrativa che ha compiuto da poco tempo i dieci anni di vita. Un triste compleanno per un contratto bloccato che nella sua immobilità rappresenta perfettamente lo stato del Policlinico di Palermo e della sua gestione commissariale. E’ inoltre improcrastinabile la contrattazione per definire le quote da destinare al finanziamento degli istituti contrattuali (reperibilità, straordinario, etc) che, stante al consuntivo dell’anno precedente, evidenzia una spesa incontrollata. Per quanto esposto, intimiamo a quanti in indirizzo di procedere con la massima solerzia alla soluzione immediata dei problemi che gravano sui Lavoratori del Policlinico di Palermo.
La Direzione Strategica dell’AOU ha sempre attribuito importanza al riconoscimento dei diritti dei lavoratori – come scrive il direttore del Policlinico “P. Giaccone”, Alessandro Caltagirone, a Sanitàinsicilia.it. L’approccio avuto fin dai primi giorni di insediamento è stato sempre orientato a sbloccare situazioni che, come definito dai sindacati, erano ferme da molti anni. Si attribuiscono spesso a questa direzione anche mancanze che appartengono al passato e che, al contrario, questa amministrazione sta realizzando. Le azioni che in questo ultimo anno il Policlinico “Paolo Giaccone” ha portato avanti sono state sempre esplicitate con grande trasparenza, nell’ottica di un principio realmente caro all’azienda: rendere conto ai cittadini in primis di quanto viene realizzato e ciò anche con l’obiettivo di valorizzare l’impegno profuso dai lavoratori ogni giorno.
Si ha la convinzione – sulla base di quanto descritto da alcuni sindacati – che l’amministrazione non voglia il bene dei suoi lavoratori, ma è una visione miope che non corrisponde in alcun modo alla concezione di questa Direzione. Siamo consapevoli che il riconoscimento di diritti legittimi dei lavoratori contribuisca a motivare e sia motivo di incoraggiamento. L’impegno profuso dai lavoratori in questo periodo difficile, segnato dalla pandemia, ha assicurato continuità lavorativa in molti settori ed è in ragione di tutto ciò che abbiamo attribuito loro i riconoscimenti approvati recentemente.
In relazione allo smart working la Direzione darà mandato ai capi area di valutare se vi siano le condizioni per poter assicurare una alternanza tra smart working e presenza e ciò al fine di garantire proprio tutti coloro che fino ad ora hanno concepito e applicato lo smart working come reale e concreto parallelismo dell’attività lavorativa svolta in presenza, cogliendone a pieno lo spirito e le caratteristiche.