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Perdere peso riduce il rischio del cancro della mammella

Di Salvatore Corrao

II rapporto tra riduzione del peso corporeo e rischio di tumore alla mammella nelle donne è rimasto incerto fino ad oggi. E’ stata pubblicata nel mese di dicembre 2019 su Journal of the National Cancer Institute una importante ricerca che ha usato I dati del “Pooling Project of Prospective Studies of Diet and Cancer” (DCPP). Il DCPP è un consorzio internazionale di studi prospettici nato nel 1991 per esaminare le associazioni tra I fattori dietetici e il rischio di cancro fra le donne senza storia pregressa di neoplasia (ad eccezione del cancro cutaneo non melanoma). I ricercatori di varie università internazionali e della società americana di oncologia hanno incluso nell’analisi i dati di 180.000 donne di età uguale o superiore a 50 anni di dieci studi prospettici.

La valutazione del peso ha riguardato un periodo complessivo di 10 anni con le variazioni di peso valutate con intervalli di 2 e 5 anni. Al contrario di altri studi fino ad ora pubblicati questo ha avuto un numero di soggetti significativo per potere rispondere alla importante domanda se una perdita di peso sostenuta nel tempo ha un impatto sul rischio di cancro mammario. I dati sono molto impressivi. La perdita di peso è risultata sempre favorevole rispetto ad un peso stabile e diventa significativa già a partire da una perdita di peso di soli 2 kg per arrivare ad una massima riduzione del rischio di cancro mammario del 32% quando la perdita di peso è maggiore o uguale a 9 Kg. Inoltre il maggiore beneficio lo hanno le donne che hanno un indice di massa corporea uguale o superiore a 25Kg/m2.

Tuttavia, questa associazione positiva si perde nelle donne sottoposte a terapia ormonale sostitutiva. In conclusione, perdere peso e mantenere il risultato nel tempo riduce il rischio di cancro della mammella nelle donne di età uguale o superiore a 50 anni con un peso uguale o superiore a 64 kg (in una donna di 160 cm di altezza). I dati sostengono l’ipotesi che anche nel caso di guadagno del peso corporeo negli anni decidere di perderlo in modo stabile genera un beneficio. Queste evidenze assieme a quelle che dimostrano il legame negativo tra peso corporeo e malattie cardiovascolari e metaboliche dovrebbe far riflettere i nostri decisori in campo sanitario sulla necessità di politiche aggressive di controllo del peso corporeo nella popolazione che non solo migliorerebbero la qualità della vita e dello stato di salute ma renderebbero più sostenibile un sistema sanitario nazionale e regionale ancora indietro sulle tematiche della prevenzione, almeno in questo settore e, dall’altra parte, sulla gestione delle cronicità e della complessità in pazienti sempre più anziani che è il vero problema da affrontare subito e con urgenza cercando di recuperare il tempo perduto.

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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