Grazie alla collaborazione tra l’Unità Operativa di Recupero e Riabilitazione Funzionale dell’Ospedale Umberto I di Enna, guidata dal professore Francesco Pegreffi, e l’Unità Operativa di Telemedicina, diretta da Massimo Campisi, è stato creato un percorso assistenziale mirato a ridurre il rischio di cadute nei pazienti fragili, spesso affetti da pluripatologie e già seguiti nell’assistenza domiciliare della Telemedicina.
Le cadute dei pazienti anziani in ambiente ospedaliero rappresentano incidenti indesiderati con esiti (fratture e conseguenze psicologiche) che causano una diminuzione fino al 30% della qualità della vita.
“Il percorso inizia con l’esecuzione a domicilio di test per valutare il rischio di cadute confermati attraverso la piattaforma di telemedicina. In caso di esito positivo, il paziente viene contattato e immediatamente preso in carico dall’equipe della Medicina Fisica e Riabilitativa”, spiega Massimo Campisi.
“Attraverso una visita ambulatoriale – aggiungono le fisiatre Tiziana di Leo e Rita Chiaramonte- viene definito il piano riabilitativo personalizzato che il paziente può eseguire a casa, con il supporto di un fisioterapista tramite una piattaforma informatica dedicata e già operativa.”
Il progetto è già in fase di implementazione e i primi pazienti sono stati accolti nel reparto dai fisioterapisti dedicati (Dott.ssa Maria V. Menzo e Dott. Domenico Contino).
“Questa innovativa forma di assistenza fisiatrica, resa possibile grazie alla telemedicina, può prevenire il passaggio di un anziano fragile a una condizione di disabilità”, afferma il dott. Campisi.
“La giornata odierna costituisce un traguardo importantissimo: all’interno della nostro reparto sono stati richiamati i primi due pazienti, identificati tramite il programma di monitoraggio su piattaforma digitale e inseriti in un progetto riabilitativo ambulatoriale su misura”, spiega Pegreffi e prosegue: “È importante sottolineare che il programma riabilitativo è personalizzato in base ai parametri dei pazienti registrati sulla piattaforma di telemedicina e implementato attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie di video-capture con intelligenza artificiale. Un importante risultato frutto del grande lavoro di squadra e del dialogo assiduo tra personale ospedaliero e universitario”.
“La telefisiatria – evidenzia Campisi – può ridurre significativamente le liste d’attesa per le prestazioni specialistiche e i ricoveri, migliorando l’accesso alla cura per tutti i pazienti interessati, colpiti da iniziale deficit motorio”.