La mindfulness è stata introdotta in Occidente alla fine degli anni ’70 da Jon Kabat-Zinn, biologo e professore alla University of Massachussets Medical School, per ridurre lo stress nei malati cronici.
Il termine “mindfulness” tradotto letteralmente dall’inglese vuol dire “consapevolezza”. Secondo la definizione data da Jon Kabat-Zinn, la mindfulness è l’atto di “porre attenzione in un modo particolare, intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”. Si tratta perciò di uno stato mentale che porta la persona a prestare attenzione a ciò che percepisce, pensa, prova, senza giudicarlo, ossia senza reagire o cercare di modificare e scacciare pensieri, emozioni, sensazioni. Per raggiungere questo stato è necessario allenare la capacità di porre attenzione al momento presente, al qui e ora, imparando ad accettare ciò che attraversa la propria mente e ciò che viene percepito.
Kabat-Zinn, convinto dell’utilità della meditazione nel diminuire le sofferenze e migliorare la qualità della vita delle persone, ideò il programma Mindfulness-Based Stress Reduction (o MBSR, Riduzione dello Stress Basato sulla Consapevolezza), adattando le tecniche di meditazione di consapevolezza buddista, che praticava da tempo, alla medicina e alle esigenze della cultura occidentale, nonché alle necessità dei pazienti ospedalizzati. La mindfulness compare quindi in America spogliata della sua connotazione spirituale e di cammino verso l’illuminazione, tipica del buddismo, e assume un carattere più scientifico e pratico.
Ad oggi la mindfulness è una tecnica molto diffusa nel panorama occidentale, intesa come uno strumento usato per migliorare la qualità della vita. Il suo scopo è promuovere il benessere e ridurre ansia e stress, e viene praticata per comprendere meglio se stessi e la realtà circostante nel momento presente e per agire/reagire in modo lucido e consapevole.
Gli specialisti della salute mentale la utilizzano come strumento integrativo, a sostegno del proprio intervento, e per favorire il benessere del paziente in molteplici contesti e ambiti:
- Salute mentale: prevenzione delle ricadute nella depressione e nelle dipendenze, per il supporto negli interventi di ansia, disturbo di panico, disturbi dell’alimentazione, disturbi di personalità, disturbi del sonno, gestione e riduzione dello stress, regolazione emotiva e promozione dell’intelligenza emotiva. In questo ambito, ha avuto grande diffusione soprattutto nel cognitivismo, in cui la Mindfulness Based Cognitive Therapyrappresenta il protocollo più diffuso nei casi di depressione maggiore.
- Ambito educativo ed età evolutiva: promozione della capacità cognitive,sostegno nello sviluppo di competenze prosociali ed emotive, riduzione dei comportamenti impulsivi e miglioramento dell’attenzione nell’ADHD, regolazione dello stress, aumento di autostima e di tolleranza della frustrazione.
- Gravidanza: riduzione di ansia e sintomi depressivi pre- e post-partum, riduzione e gestione dello stress.
- Ambito neurologico: miglioramento del funzionamento esecutivo, delle capacità cognitive e di elaborazione.
- Ambito medico-clinico: gestione del dolore, controllo dei sintomi, fronteggiamento di malattie croniche o terminali, alterazioni ormonali.
Oggi la ricerca sui vari temi legati alla prospettiva della mindfulness è un’area in espansione esponenziale, con diverse centinaia di articoli di ricerca pubblicati ogni anno sulle principali riviste scientifiche di settore. Un crescente numero di prove scientifiche suggeriscono che praticare mindfulness produca cambiamenti veri e misurabili nel corpo.
La scienza evidenzia non solo un miglioramento della concentrazione, della memoria e della capacità di regolazione emotiva, ma anche una maggiore capacità di gestire lo stress con una conseguente riduzione dei sintomi ad esso correlati, generando un senso di calma, pace ed energia.
Praticare mindfulness può quindi essere il sostegno ideale per chi ha uno stile di vita stressante per ragioni di lavoro o familiari, e, più in generale, per chiunque voglia mantenere o ritrovare un equilibrio fra le richieste del mondo esterno e il prendersi cura di sé, dal punto di vista sia psichico che fisico.
La mindfulness può essere un’eccellente integrazione alle cure mediche e psicologiche, aumentandone l’efficacia, e la sua pratica regolare ha effetti positivi duraturi, risulta inoltre essere particolarmente utile per chi soffre di problemi cardiaci, pressori, gastrointestinali e dolori cronici, e anche di problemi mentali, quali depressione e ansia.
Per chi volesse beneficiare di un programma di mindfulness occorre rivolgersi ai professionisti del settore, come psicologi, psicoterapeuti e medici specialisti in psichiatria, neurologia, neuropsichiatria infantile, che hanno conseguito un attestato di Istruttore di MBRS E MBCT (Mindfulness-Based Stress Reduction, Mindfulness Based Cognitive Therapy).