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È appena passato il 17esimo Congresso Regionale SIMG Sicilia, la Società Italiana di Medicina Generale, con argomento centrale la “rinascita e la ripartenza della medicina generale tra innovazione e ricambio generazionale”.
L’evento si è svolto alla presenza di molte autorità del panorama sanitario come il presidente nazionale della SIMG Claudio Cricelli, del Segretario della SIMG Luigi Spicola e di altri importanti rappresentanti della SIMG quali il presidente provinciale della sezione di Messina Santi Inferrera, il responsabile organizzativo per il Sud Umberto Alecci, il responsabile nazionale SIMG per i rapporti con il sindacato Luigi Galvano, il vice presidente della sezione SIMG Riccardo Scoglio.
Sono diversi i temi affrontati durante il congresso: “È stato un evento molto partecipato, soprattutto dai giovani, ed è questo il taglio che noi volevamo dare. I temi sono tanti: si discute se la medicina generale deve continuare ad essere una professione libera, fatta da liberi professionisti, oppure da dei dipendenti“, afferma Spicola. È infatti uno dei punti di discussione principale, modificare l’impianto di gestione attuale della medicina generale per renderla più affine, ad esempio, col sistema spagnolo dove i medici di base sono dipendenti pubblici con orari e confini ben definiti.
“Ciascuna di queste soluzioni ha degli elementi di vantaggio e svantaggio: siamo però convinti profondamente che la medicina generale debba essere una professione che mantiene la sua libertà“, continua il segretario SIMG. Sì, perché il rischio di disumanizzare una professione in cui il rapporto medico-paziente, totalmente personale, possa essere perso a favore di meccanismi burocratici e più “sbrigativi”, è concreto.
“Lo sforzo che la medicina generale sta facendo è di elaborare delle proposte che consentono, iniziando dal mantenimento del rapporto di fiducia, quindi da una scelta volontaria per il cittadino di quel medico piuttosto che un altro, un miglioramento ipotizzando anche nuove forme di aggregazione, di migliore organizzazione. Quindi partendo da una base già conosciuta migliorarla utilizzando le opportunità che il Pnrr ci sta dando“, così Luigi Spicola.
In questo caso, può la Telemedicina essere il mezzo innovativo per migliorare l’organizzazione della medicina generale, riuscendo a mantenere il rapporto di fiducia anche a distanza: “Sicuramente è uno strumento che dovrà essere e sarà utilizzato, ma dovrà anche essere regolamentato. Una delle cose che noi medici di famiglia stiamo sperimentando in pandemia è che lavoriamo un tot di ore in studio e poi torniamo a casa e rispondiamo a tutte le mail e messaggi dei pazienti. Questo è un lavoro che di fatto non è ancora riconosciuto“, le regolamentazioni quindi sono necessarie e, ancora, i dubbi non sono finiti: “Bisogna considerare anche la responsabilità di diagnosi poste in un rapporto a distanza: la Telemedicina quindi è importante ma necessita di regolamentazione“, afferma.
I punti d’interesse del congresso non finiscono qui: “Abbiamo la consapevolezza che i fondi del Pnrr riguardano le strutture: ci saranno gli ospedali di comunità, case di comunità e i soldi serviranno per questo, ci saranno tutte le infrastrutture informatiche ma non si parla di personale – prosegue Spicola – Questo deve essere ben studiato perché occorre che ci sia un investimento. Non si fa una rivoluzione senza la disponibilità di fondi: dobbiamo chiedere ai decisori politici di investire nel personale che dovrà lavorare dentro queste strutture“.
A questo proposito si rischia di entrare in una contraddizione: “Noi lavoreremmo, su un’idea venuta fuori alla conferenza stato-regioni, per una parte delle ore in studio e per un’altra parte delle nostre ore in queste strutture, questo significherebbe lavorare per una parte della giornata da liberi professionisti e dall’altra come dipendenti“. Questi sono stati i temi più importanti affrontati durante il 17esimo congresso SIMG, avvenuto il 28 e 29 maggio a Messina.