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Malattie sessualmente trasmissibili, in 10 anni casi in aumento

La salute sessuale è un diritto che va garantito durante tutta la vita, dall’adolescenza e alla terza età.

E non significa solo avere rapporti sicuri, evitando la trasmissione di infezioni, che ammontano a circa un milione l’anno nel mondo, con un trend in forte aumento anche in Italia dove negli ultimi 10 anni è segnalata una forte crescita dei casi, ma anche avere relazioni sessuali sane e pienamente consensuali. A ricordarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in vista della giornata internazionale del 4 settembre, promossa dalla World Association for Sexual Health.

Dalla sifilide all’Hiv passando per clamidia, gonorrea e papilloma virus, il sesso non protetto è veicolo per malattie che possono portare infezioni croniche e complicanze a lungo termine. Per quanto riguarda l’Italia, il Sistema di sorveglianza sentinella coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, dal 1991 al 2021 ha segnalato 151.384 nuovi casi di infezioni, con un aumento costante a partire dal 2005 e un rallentamento nel 2020 a causa dell’emergenza Covid. E la fascia più colpita è quella tra 15 e 24 anni.

“L’aumento rilevante che abbiamo osservato in Italia nell’ultimo decennio, in particolare tra i giovani – spiega Barbara Suligoi, responsabile del sistema di sorveglianza Ist dell’Iss – indica la scarsa consapevolezza e l’insufficiente informazione del cittadino. La patologia più diagnosticata sono i condilomi: sono causati dal virus del papilloma umano e sono pertanto prevenibili dalla vaccinazione anti-HPV, che previene anche vari tumori ano-genitali. La maggior parte di queste infezioni sono curabili se diagnosticate e trattate tempestivamente. Ma, in mancanza di trattamento, il rischio di gravi conseguenze a distanza di tempo è elevato: problemi durante la gravidanza, sterilità e tumori. Per questo è importante rivolgersi tempestivamente al medico e in presenza di qualsiasi disturbo a livello genitale”. Spesso queste infezioni possono restare asintomatiche a lungo, ma si possono prevenire “usando il condom e evitando rapporti non protetti con partner di cui non si conosce lo stato di salute”, aggiunge Suligoi.

Salute sessuale però vuol dire anche altro, per l’Organizzazione mondiale della Sanità: “è un diritto” e “fa parte di una vita normale e sana”. Un concetto inserito anche nell’ultima edizione della Classificazione Internazionale delle Malattie, che per la prima volta contiene un capitolo sulla salute sessuale. “Ci si è impegnati molto finora sulla prevenzione delle malattie, senza riconoscere come il sesso sicuro significhi anche promuovere l’intimità, il piacere, il consenso e il benessere”, ha affermato la Lianne Gonsalves, del programma speciale dell’Oms dedicato al tema.

Molte donne e ragazze invece continuano a subire rapporti non consensuali e violenti. “Il diritto alla salute sessuale – ricorda il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) – è negato quando il sesso è avvolto nella vergogna e nell’ignoranza, o legato alla coercizione, all’abuso o allo sfruttamento”, ma anche quando manca l’accesso alla contraccezione. Per questo, la Giornata mondiale della salute sessuale quest’anno mette in luce l’importanza del consenso (#Consent), rendendolo il claim dell’iniziativa. “Il consenso è un elemento cruciale di qualsiasi incontro sessuale sano e dobbiamo educare noi stessi e gli altri su cosa significhi”, scrive la World Association for Sexual Health. Questo passa anche “per il rispetto delle scelte di ciascuno in materia, indipendentemente dal genere e dall’orientamento”.

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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