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Ipocondria, ansia per le malattie e disturbo da sintomi somatici: diagnosi e trattamento

ipocondria

L’ipocondria è un disturbo di eccessiva, persistente e sproporzionata preoccupazione per la salute. Chi ne è affetto occupa molto del proprio tempo ed energie a pensare alla propria salute in vari modi, compromettendo il suo funzionamento lavorativo, familiare e sociale.

La maggior parte degli individui ipocondriaci, con l’introduzione del DSM-5, è ora classificata come avente il disturbo da sintomi somatici, mentre in una minoranza di casi, si applica la diagnosi di disturbo da ansia di malattia. Nel Disturbo da sintomi somatici sussiste una sintomatologia fisica ben individuabile nel paziente, mentre nel disturbo d’ansia da malattia i sintomi sono minimi ed è la preoccupazione del paziente ad essere rilevante.

La prevalenza di tali disturbi comprende tra l’1,3% ed il 10% della popolazione, mentre considerando le persone che accedono ad ambulatori medici le percentuali vanno dal 3 all’8%.

Si tratta quindi di un disturbo molto diffuso, invalidante per il soggetto e costoso per il sistema sanitario, in quanto tale disturbo può costringere la persona che ne è affetta a continue e approfondite visite mediche per verificare la fondatezza dei sintomi che percepisce.

Un riscontro negativo da parte del medico non arresta il comportamento del paziente, che continua a chiedere attenzione sulle sue presunte malattie. La caratteristiche cognitive comuni a questi disturbi sono l’attribuzione di normali sensazioni fisiche a una malattia organica e la preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia non diagnosticata.

Mentre sintomi comportamentali tipici sono: ripetuto controllo del corpo alla ricerca di anomalie; reiterata richiesta di aiuto o rassicurazione da parte del medico, familiari o mediante intensive ricerche di informazioni su internet riguardanti sintomi somatici differenti. Per diagnosticare correttamente l’ipocondria è necessario differenziarla da altri disturbi affini.

In molte condizioni mediche è normale manifestare uno stato d’ansia tuttavia se quest’ansia è sproporzionata rispetto alla gravità della malattia e non si limita nel tempo (supera i 6 mesi), può essere diagnosticato il disturbo d’ansia per la salute.

Trattandosi di disturbi complessi, le linee guida invitano a tener conto nella valutazione e nel trattamento delle diverse specificità coinvolte, offrendo un trattamento che consideri la persona nel suo insieme.

L’APA (American PsychiatricAssociation) pone l’accento sul fatto che l’attuale sistema di classificazione DSM-5, a differenza del precedente DSM-IV che si focalizzava sui sintomi non spiegabili da un punto di vista medico (MUS=MedicallyUnexplainedSymptoms), enfatizza il grado in cui i pensieri, le emozioni e i comportamenti della persona relativamente ai propri sintomi somatici sono sproporzionati o eccessivi.

In particolare l’APA raccomanda un trattamento di psicoterapia per favorire il cambiamento dei pensieri e dei comportamenti disfunzionali e una diminuzione dell’attenzione focalizzata sui sintomi somatici, attraverso l’apprendimento di nuove strategie per gestire il dolore, lo stress e la capacità di riconoscere ed elaborare le proprie emozioni.

di Valentina Palminteri
© Riproduzione Riservata
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