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Intolleranze alimentari: le dieci regole per gestirle

Sovrappeso, obesità e disturbi gastrici, come gonfiore addominale e scarsa digeribilità sono problemi sempre più frequenti e diffusi; quando non sono presenti patologie, la causa di questi disturbi è da attribuire ad uno scorretto stile di vita anche se, è ormai una credenza diffusa, attribuire queste problematiche  a possibili intolleranze alimentari. La diagnosi viene ricercata sempre più spesso attraverso test scientificamente non validati, proposti frequentemente da personale non sanitario e non autorizzato.

L’entità del problema è sempre più imponente, tanto da spingere le maggiori Società Scientifiche che si occupano del problema, della Federazione dell’Ordine dei Medici e del Ministero della Salute (ADI, FNOMCeO, AMD, ANDID, SID, SIAP, SIAAIC, AIGO, SINU, SINUPE e SIO) a riunirsi per stilare un decalogo come documento di riferimento.

Lo scopo di questo decalogo è quello di stimolare l’attenzione della popolazione, su questa tematica, in modo da evitare di incorrere in errore di false diagnosi. Di seguito un sunto delle 10 regole stilate:

  1. Le intolleranze alimentari non sono responsabili di sovrappeso e obesità. Quest’ultime sono condizioni causate da uno stile di vita inadeguato.
  2. No all’autodiagnosi ed ai test effettuati senza prescrizione medica! Se si sospetta una reazione indesiderata a seguito dell’ingestione di uno o più alimenti è necessario rivolgersi al proprio medico, che valuterà l’invio allo specialista competente.
  3. Non rivolgersi a personale non sanitario. Spesso i test non validati per la diagnosi di intolleranza alimentare, vengono proposti da figure  non competenti, non abilitate e non autorizzate.
  4. Diffidare da chiunque proponga test di diagnosi di intolleranza alimentare per i quali manca evidenza scientifica di attendibilità (test citotossico, alcat test, vega-test, bioscreening,  analisi del capello, iridologia, biorisonanza, pulse test, ecc).
  5. Non escludere nessun alimento dalla dieta se non espressamente indicato dallo specialista.
  6. La dieta è una terapia e deve essere gestita e monitorata da un professionista competente per individuare precocemente i deficit nutrizionali e, nei bambini, verificare che l’accrescimento sia regolare.
  7. Non eliminare il glutine dalla dieta senza una diagnosi certa di patologia glutine correlata.
  8. Non eliminare latte e derivati dalla dieta senza una diagnosi certa di intolleranza al lattosio o di allergie alle proteine del latte.
  9. Le figure a cui rivolgersi per una corretta diagnosi di allergia e/o intolleranza sono: dietologo, medico di medicina generale, pediatra di libera scelta, allergologo,  internista, diabetologo, endocrinologo, gastroenterologo.
  10. Non utilizzare internet per diagnosi e terapia! Il web, i social network ed i mass media hanno un compito informativo e divulgativo e non possono sostituire la competenza e la responsabilità del medico nella diagnosi e prescrizione medica.

Queste regole, semplici e chiare, sono di estrema importanza in quanto le conseguenze di diete non necessarie con l’esclusione infondata di alcuni alimenti, possono determinare carenze nutrizionali anche gravi negli adulti e soprattutto nei bambini durante la crescita. La soluzione è spesso molto semplice e prevede una dieta varia con alimenti freschi e di stagione, equilibrata e ben bilanciata.

 

di Raffaella Mallaci Bocchio
© Riproduzione Riservata
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