Durante i mesi estivi, la Sicilia vede un incremento esponenziale della popolazione dovuto all’afflusso di turisti, con un impatto significativo sulle strutture sanitarie dell’Isola. L’Osservatorio Turistico Regionale riporta che nel 2023 la regione ha accolto oltre 16 milioni di presenze, un incremento del 10,8% rispetto all’anno precedente. In particolare, a luglio e agosto, si sono registrati oltre 2,5 milioni di visitatori, con una crescita del 20% rispetto al 2022 e un aumento del 24,8% dei turisti stranieri. Questo afflusso ha messo a dura prova un sistema sanitario già fragile e spesso in difficoltà, evidenziando problematiche strutturali e carenze di personale.
A complicare ulteriormente la situazione, durante l’estate molti medici e infermieri approfittano delle ferie estive, aggravando la carenza di personale e lasciando le strutture sanitarie con una capacità ridotta proprio quando l’afflusso di pazienti raggiunge i livelli massimi. Le strutture ospedaliere, già sotto pressione per l’aumento dei visitatori, si trovano così a fronteggiare un’emergenza sanitaria senza le risorse adeguate. Questo scenario critico evidenzia un’ulteriore fragilità del sistema sanitario regionale, costretto a gestire una situazione d’emergenza senza poter contare su un numero sufficiente di professionisti per garantire assistenza adeguata a tutti.
L’impatto sulle strutture sanitarie
Le strutture sanitarie siciliane, già stressate dalla carenza di medici e risorse finanziarie limitate, affrontano ulteriori difficoltà durante l’estate. I dati indicano un sovraffollamento significativo dei pronto soccorso e delle unità di emergenza. Ad esempio, il Policlinico Universitario di Catania nel 2023 ha dovuto affrontare la mancanza di personale, con nove medici di reparto assenti per ferie, malattie e altre motivazioni. Questa carenza ha comportato un aumento delle ore di attesa per i pazienti, con un impatto particolare sui codici verdi e bianchi, che a volte nascondono patologie gravi non immediatamente identificate.
Secondo i dati forniti dal report Nursing up 2024, in estate, l’aumento del 20-30% di afflusso di pazienti nei Pronto Soccorso, in particolare nelle zone turistiche, è una percentuale più che normale: sono però i nostri ospedali ad essere impreparati ad affrontare tale surplus di accessi, con la media dei tempi di attesa per i cittadini che si innalza pericolosamente, tra le 4 e le 5 ore per soggetto, fino a un picco di 8 ore e mezza fatto registrare nei casi peggiori già quest’anno.
Al Policlinico di Messina, uno dei più grandi ospedali del Meridione, il Pronto Soccorso, situato nel Padiglione C, attende da quattro anni il trasferimento al Padiglione E, con i lavori mai conclusi. Questo ritardo rappresenta un chiaro esempio dei disagi che affliggono la struttura. Attualmente, almeno 60 infermieri del Policlinico di Messina non sono in servizio per vari motivi, tra cui infortuni, legge 388, gravidanza e pensionamento. Inoltre, 53 professionisti diventati coordinatori non sono stati sostituiti nel personale addetto all’assistenza diretta. Questa carenza cronica di infermieri e operatori sociosanitari sta compromettendo profondamente l’attività assistenziale, con effetti particolarmente gravi sul Pronto Soccorso e su altri reparti cruciali come Rianimazione, Malattie infettive, Neurochirurgia, Ematologia, Medicina interna e d’urgenza, Neonatologia, Ortopedia, Cardiologia, Epatologia, Chirurgia Toracica e Ostetricia. La situazione è caratterizzata da un caos organizzativo che mette a rischio la qualità dell’assistenza.
In aggiunta, la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO) ha segnalato problemi nella gestione del personale sanitario durante i periodi di alta affluenza, con una carenza di sostituti per i medici in ferie e difficoltà nel mantenere il livello di servizio richiesto. Proprio tra giugno e settembre oltre il 91% del personale va in ferie comportando in Italia una riduzione degli organici in reparto che varia tra il 21 e il 30% nel 48% dei casi, tra il 30 e il 50% nel 19,4% dei reparti, mentre la carenza è tra l’11 e il 20% in un altro 21,8% dei casi. (Indagine Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri). A risentirne nello specifico sono le attività ambulatoriali, che diminuiscono le loro attività nel 52,7% dei casi e chiudono del tutto per ferie in un altro 15,1% degli ospedali. Le risorse finanziarie, sebbene incrementate nel budget sanitario regionale, spesso non sono sufficienti a coprire tutte le necessità, come l’acquisto di attrezzature mediche e la manutenzione delle strutture.
Un piano di investimenti per la Sanità
Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha annunciato un piano di investimenti per migliorare le strutture sanitarie dell’isola. Con un budget di 1 miliardo e 870 milioni di euro, il piano prevede la costruzione di nuovi ospedali e la ristrutturazione di quelli esistenti. Tra i progetti principali vi sono cinque nuovi ospedali a Palermo, il nuovo polo pediatrico, e la costruzione di un edificio di sette piani per il Civico di Palermo. È previsto anche un nuovo ospedale a Siracusa e un ospedale a Gela con 250 posti letto. Tuttavia, il progetto dell’Ismett 2, previsto per 140 posti letto e un costo di 380 milioni di euro, è al momento incerto e potrebbe non proseguire come previsto.
La crescente pressione turistica estiva sulla sanità siciliana richiede una risposta coordinata e tempestiva. Le misure adottate, comprese le iniziative per il potenziamento dei servizi e le collaborazioni tra settore pubblico e privato, sono passi importanti per migliorare la gestione delle emergenze sanitarie e garantire un servizio adeguato a residenti e turisti. Il piano di investimenti annunciato da Schifani rappresenta un’opportunità significativa per modernizzare le strutture sanitarie e affrontare le sfide attuali del sistema.