del prof. Salvatore Corrao
Direttore del Dipartimento di Medicina e della UOC di Medicina interna dell’ospedale Civico di Palermo
Il peperoncino, sin dal suo ingresso nel “vecchio mondo”, per forma e colore fu subito associato al cornetto portafortuna. Nella tradizione napoletana lo si vede spesso appeso a porte e balconi per allontanare con i suoi semi le malelingue e i guai. Adesso dati scientifici sembrano confermare che è veramente in grado allontanare dai guai di salute.
Uno gruppo di ricercatori italiani ha pubblicato recentemente i risultati del Moli-sani Study (JACC dicembre 2010). Questo studio ha seguito per un tempo mediano di circa 8 anni 22811 uomini e donne classificati, sulla base di un questionario, in consumatori o meno di peperoncino. A sua volta chi consumava peperoncino veniva classificato sulla base della frequenza di utilizzo (fino a due volte a settimana, da 3 a 4 vote a settimane, più di 4 volte a settimana).
Ovviamente sono state raccolte tutta una serie di variabili sulle abitudini alimentari e di stile di vita oltre che relativamente alle comorbidità (diabete, ipertensione arteriosa, etc.) al fine di controllare gli effetti correggendoli per fattori confondenti.
I risultati sembrano netti e indicano che i consumatori abituali di peperoncino (più di 4 volte a settimana) hanno una riduzione del 23% della mortalità per tutte le cause, del 34% della mortalità cardiovascolare, del 44% della malattia ischemica cardiaca e del 61% di morte cerebrovascolare. Incredibile azione preventiva da parte di una spezia che è tipica della dieta mediterranea e che il alcune regioni come la calabria viene magnificata in tantissimi prodotti tipici come la nduja o la soppressata.
Lo studio è di tipo epidemiologico e quindi non si è occupato dei motivi di questa importante azione sull’apparato cardio e cerebrovascolare. Tuttavia, sappiamo che il peperoncino contiene la capsaicina che ha documentati effetti antiinfiammatori, analgesici e antiaterosclerotici. La capsaicina induce anche la morte delle cellule neoplastiche e vi sono evidenze che sia in grado di equilibrare il microbiota intestinale.
E’ anche ipotizzabile che chi usa più peperoncino per condire gli alimenti usi meno sale e quindi non è possibile con sicurezza attribuire tutti i meriti alla spezia ma rimane il fatto che il suo uso abituale sia in grado di svolgere una protezione sostanziale sui nostri vasi, soprattutto quando il suo utilizzo inizia prima di avere sviluppato altre malattie cardiovascolari come l’ipertensione.