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Gocce di anatomia: marcatori molecolari di alterazioni della valvola aortica, uno studio italiano

Da una collaborazione tra l’Università di Palermo e l’Università Tor Vergata di Roma è nato uno studio attraverso il quale gli autori sono riusciti ad identificare, per la prima volta, alcuni marcatori molecolari di una frequente patologia della valvola aortica, una delle quattro strutture valvolari che regola il corretto flusso del sangue nel cuore.

Come è noto, il cuore può essere suddiviso in una metà di destra e una di sinistra, ciascuna provvista di una camera di afflusso (atrio) e una di efflusso (ventricolo) del sangue. Tra atri e ventricoli sono poste le valvole atrio-ventricolari, in particolare la tricuspide a destra e la mitrale a sinistra.

Il sangue che esce dai ventricoli viene incanalato nelle due circolazioni ematiche del nostro corpo: quella polmonare (a cui giunge il sangue scarsamente ossigenato proveniente dal ventricolo di destra e diretto agli alveoli polmonari per la sua ossigenazione, o ematosi) e quella sistemica (a cui viceversa giunge il sangue appena ossigenatosi nei polmoni, diretto a tutti i tessuti del nostro corpo per la loro ossigenazione). Il sangue che esce dal ventricolo destro deve attraversare la valvola polmonare, mentre quello che esce dal ventricolo sinistro attraversa la valvola aortica.

Queste quattro valvole, quindi, assicurano l’unidirezionalità del flusso, consentendo al sangue di spostarsi verso la sua destinazione fisiologica e impedendone il reflusso durante il cosiddetto ciclo cardiaco (ossia l’alter

nanza di sistole e diastole). Tuttavia, a volte queste valvole possono essere affette da condizioni patologiche, congenite o acquisite.

Una di queste è la “valvola aortica bicuspide”: infatti, normalmente la valvola aortica (come quella polm

onare) è provvista di tre lembi, o cuspidi, e solo in rare condizioni ne presenta due (condizione nota come “bicuspidia valvolare”) per cause legate allo sviluppo embriofetale.

Attraverso questo studio, che nasce da una collaborazione tra i centri di cardiochirurgia di Palermo e Roma e l’Istituto di Anatomia Umana e Istologia dell’Università di Palermo, gli autori sono riusciti a identificare alcuni marcatori molecolari di malattia, tra cui il miR‑486, che può essere considerato un biomarcatore non invasivo della degenerazione della parete aortica conseguente alla malformazione valvolare. Infatti, l’alterazione dei livelli di questo biomarcatore può predire un alto rischio di dissezione e quindi di rottura dell’aorta nei pazienti con valvola aortica bicuspide.

Il lavoro completo può essere letto qui: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8569523/

di Francesco Cappello
© Riproduzione Riservata
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