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Ginecologia ed endometriosi: l’eccellenza al Gemelli Giglio di Cefalù | CLICCA PER IL VIDEO

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Da gennaio 2022, la Fondazione Giglio di Cefalù, ha attivato la quarta linea di attività del Gemelli Giglio Medical Partnership. Si tratta del nuovo centro di cura di ginecologia oncologica e dell’endometriosi che arricchisce e amplia l’offerta sanitaria siciliana di eccellenze in campo medico.

Il neo centro è il frutto di un ambizioso progetto di collaborazione tra la Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma. L’obiettivo, è quello di portare in Sicilia gli standard di cura oncologici e chirurgici tipici del “sistema Gemelli”, per garantire alle pazienti il massimo dell’assistenza clinica e chirurgica.

Giulio Sozzi

La nuova unità operativa si occupa del trattamento di tumori ginecologici e utilizza le tecniche chirurgiche e mediche più all’avanguardia essenziali, ad esempio, per il trattamento di una malattia molto complessa come l’endometriosi. “Si tratta – spiega Giulio Sozzi, Responsabile del Centro di ginecologia oncologica e dell’endometriosi Gemelli Giglio – di una patologia di cui ancora si sta troppo poco e su cui, solo adesso, si inizia a fare informazione in maniera corretta. L’endometriosi, può essere talmente tanto invalidante da creare danni all’organismo delle donne, comparabili con quelli procurati da patologie oncologiche.”

L’ospedale Giglio, ha fornito tecnologie chirurgiche altamente avanzate mettendo a disposizione tecnologie laparoscopiche di ultima generazione, utili per il trattamento di tumori ginecologici. Le telecamere in dotazione possiedono dei filtri speciali che permettono di identificare il linfonodo sentinella. Si tratta di una tecnica chirurgica applicata negli anni passati per il tumore mammella. Oggi, questa tecnica innovativa viene usata per i tumori ginecologici e consente di avere conoscenze sulla diffusione delle malattie e quindi sull’eventuale interessamento dei linfonodi, riducendo il più possibile l’impatto chirurgico sulla paziente.

Inoltre, il Giglio è dotato di apparecchiatura robotica. Per alcuni tipi di pazienti oncologiche (in particolare per quelle in forte sovrappeso), è stato dimostrato dalla letteratura che, la tecnologia robotica permette di poter eseguire degli interventi con tecnica mini invasiva, migliorando la ripresa post operatoria e mantenendo outcome e standard di chirurgia oncologica massimi.

Le pazienti possono prenotare le visite attraverso ambulatori dedicati (distintamente per oncologia ed endometriosi) ed è molto semplice consultare il sito internet per ottenere tutte le informazioni necessarie.https://gemelligiglio.it/centro-tumori-ginecologici-ed-endometriosi/#contatti

Essendo un centro molto giovane, in questa prima fase, le liste d’attesa sono abbastanza rapide. Una volta eseguita una valutazione ambulatoriale, viene stabilito se sia necessario iniziare una terapia medica o chirurgica. La paziente viene accompagnata lungo tutto il percorso pre-chirurgico e post-chirurgico, in modo tale da garantire non soltanto un trattamento adeguato ma anche un follow up che sia ottimale per la patologia in esame.

“Abbiamo già eseguito svariati interventi in chirurgia robotica, abbiamo trattato due cancri dell’endometrio (uno con chirurgia robotica, un altro con laparoscopia). In entrambi casi abbiamo fatto la ricerca del linfonodo sentinella con moderne tecniche che utilizzano un tracciante che si chiama Verde Indocianina e che rappresenta ovunque il gold standard per la ricerca del linfonodo sentinella e in più abbiamo fatto altri interventi per endometriosi tutti con tecnica laparoscopica. Per fortuna, tutti questi interventi sono andati molto bene e le pazienti sono state dimesse nell’arco di tre – quattro giorni. Si tratta di dati incoraggianti ma, ovviamente, l’attività è solo all’inizio”, prosegue Sozzi.

L’importanza di questo centro, è duplice. Da un lato, permette di alleggerire il lavoro negli altri centri di riferimento che, purtroppo, hanno le liste d’attesa difficili da abbattere. L’obiettivo è quello di essere di supporto ai centri oncologici già presenti in Sicilia e permettere alle donne che per questo tipo di patologia, sarebbero intenzionate, per svariati motivi, a una cura fuori Regione. La mobilità passiva per patologia oncologica e anche per endometriosi, è una questione abbastanza nota. Questo progetto di collaborazione, porta avanti la volontà di trasferire in Sicilia la professionalità del Gemelli e di fare da supporto ai centri oncologici e per l’endometriosi già esistenti, cercando di ridurre in ultimo la mobilità passiva. Una sfida non da poco, specialmente in un’epoca Covid in cui tutti gli spostamenti ovviamente sono più complicati.

Fondazione Istituto G. Giglio Cefalù

Il secondo aspetto, riguarda la prevenzione. Purtroppo, non sempre è possibile raggiungere questo obiettivo. Ad esempio, ad oggi per l’ endometriosi, non esiste un sistema di prevenzione chiaro che impedisca alla malattia di svilupparsi. E’ noto che l’endometriosi soffra di un ritardo diagnostico di 7-10 anni e ciò significa che una paziente che ha endometriosi, che sviluppa sintomi di endometriosi, normalmente riceve una diagnosi sette anni dopo la comparsa del primo sintomo. In alcuni casi, riconoscere l’endometriosi è complicato: una ragione in più per cui i centri di riferimento che si occupano specificamente di questo tipo di patologia, sono assolutamente necessari.

Per ciò che riguarda i tumori ginecologici, troviamo invece programmi di prevenzione ampiamente riconosciuti e validati. Ne è un esempio il cancro della cervice, quindi il tumore del collo dell’utero collegato al papilloma virus. In questi casi, l’appello rivolto a tutte le donne e quello di attenersi scrupolosamente ai programmi di screening. Per quello che riguarda il tumore dell’endometrio, che è l’altro grande tumore tipico dell’apparato genitale purtroppo, ad oggi, non esiste un sistema di prevenzione se non quello legato alle buone abitudini di stile di vita. E’ un tumore collegato all’ipertensione all’obesità, al diabete e quindi, per evitare che questo tipo di tumore insorga, bisogna promuovere corretti stili di vita

Un capitolo a parte merita invece il tumore ovarico. Nel 20-30% di casi, si tratta di casi da ricondurre a una mutazione genetica di un gene abbastanza noto: il gene BRCA . “Ebbene – continua Sozzi – attraverso l’identificazione delle pazienti con tumore ovarico con mutazione BRCA, è possibile prevenire questo tumore che può presentarsi nei familiari di queste donne che hanno la stessa mutazione. A questo proposito vorrei sottolineare che, essendoci qui al Giglio una Breast Unit ed essendoci un’oncologia medica con grandi numeri e molto efficiente e radicata nel territorio, abbiamo attivato una collaborazione per far in modo che queste pazienti che hanno mutazione BRCA e che hanno un rischio maggiore di tumore ovarico e mammario, non “sfuggano” e ricevano l’assistenza integrata. Una donna con un tumore della mammella con mutazione BRCA, intorno ai 35-40 anni dovrà fare una chirurgia del rischio con asportazione delle ovaie. Un sistema tanto più efficiente quanto più stretta è la collaborazione fra le varie figure professionali coinvolte”.

 

Per saperne di più visita il sito

https://www.ospedalegiglio.it/sito/index.php

Articolo di Marianna Grillo

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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