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Eccessivo consumo di patate: uno studio evidenzia un aumentato rischio di diabete

patate

Le patate sono il cibo più frequentemente usato nel mondo subito dopo il riso e il grano. Alcune stime indicano un consumo pro capite di circa 33Kg/anno con un massimo negli Stati Uniti con un consumo di 54Kg/anno.

Ovviamente il valore medio non rappresenta gli eccessi che il singolo può fare andando ben oltre il valore medio. Cento grammi di patate hanno 85 Kcal  ed un contenuto di 17,9 grammi di carboidrati quasi tutti costituiti da amidi (zuccheri complessi). Pochi se considerati rispetto al pane (100 grammi di rosetta hanno 269Kcal e 57,6 grammi di carboidrati).

Tuttavia, le patatine fritte confezionate hanno per 100 grammi 507 Kcal e 58,5 grammi di carboidrati e le patate fritte che mangiamo a casa o nei fast-food hanno ben 188 Kcal con 29,9 grammi di carboidrati (sempre ogni cento grammi di prodotto!).

Ovvio pensare che non basta dire che si mangiano le patate ma è il tipo di patate che condiziona l’indice glicemico e il carico glicemico, due misure che rappresentano l’impatto sull’organismo dell’assunzione di carboidrati (misura del tipo e della quantità di carboidrati per 100 grammi – indice glicemico – o meglio per porzione consumata, considerata nel calcolo del carico glicemico).

Una recente revisione sistematica ha rivisto la letteratura di questi ultimi anni per capire se c’è una associazione tra consumo di patate e insorgenza di diabete mellito tipo 2. Il diabete mellito tipo 2 è una forma di diabete in cui l’insulina non riesce a funzionare al meglio  a causa dell’insulino-resistenza e per gli alterati meccanismi fisiologici di produzione, secrezione e controregolazione ormonale.

I fattori nutrizionalil e l’obesità giocano un ruolo importante nella insorgenza del diabete e pertanto è lecito chiedersi se un alimento di così largo consumo sia associato all’insorgenza del diabete mellito.

Dopo una disamina di ben 3544 voci bibliografiche solo 6 studi hanno superato le valutazioni di appropriatezza per potere essere utilizzate per trarre le conclusioni.

I dati sottoposti all’analisi non lasciano dubbi dimostrando che il numero delle portate consumate al giorno si associa con l’aumento di probabilità di insorgenza di diabete mellito tipo 2.

Potremmo sintetizzare che tre portante al giorno di patate aumentano del 74% il rischio di insorgenza di diabete (2 portate al giorno aumentano il rischio del 44%). Ovviamente questi dati rappresentano un valore medio nelle popolazioni studiate ed è verosimile pensare che abusi di patatine fritte soprattutto in busta e pratiche alimentari aggiuntive che comportano aumento del peso e soprattutto l’aumento dell’obesità centrale (aumento del girovita) possa comportare ulteriori rischi. Il diabete mellito rappresenta una delle principali voci di spesa del nostro sistema sanitario nazionale e regionale ed è gravato da complicanze estremamente gravi come la retinopatia e la nefropatia diabetica, l’aumento delle malattie cardiovascolari e vascolari periferiche (con un elevato rischio di amputazione a vari livelli degli arti inferiori).

Credo che sia importante ricordare a tutti che il diabete mellito a prescindere dalle sue complicanze rappresenta una patologia in grado di condizionare la qualità di vita di ogni singolo individuo colpito. Forse è meglio modificare lo stile di vita prima dell’insorgenza di diabete con una sana alimentazione e con una congrua attività motoria per godersi la vita il più possibile e contribuendo alla riduzione della spesa sanitaria per questa patologia.

di Salvatore Corrao
© Riproduzione Riservata
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