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Diabete: un grande aiuto è dato dalla tecnologia

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Il diabete è una patologia cronica a gestione complessa la cui mancata assistenza ai pazienti potrebbe avere un impatto molto pericoloso. Un diabetico su due non misura regolarmente la glicemia e la mancanza di monitoraggio impatta fortemente sulla salute, creando rischi di iperglicemie o ipoglicemie, che possono portare a complicanze gravi.

Le innovazioni tecnologiche hanno fornito strumenti in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia, restituendo una qualità di vita semplificata per i malati che ne hanno avuto accesso e la possibilità di migliorare significativamente gli outcome sanitari e ottenere importanti risparmi per i sistemi sanitari regionali nonché facilitare l’implementazione di telemedicina e nuovi modelli di presa in carico.

Il connubio diabete e innovazione tecnologica, coniugato in maniera appropriata, diventa strumento per migliorare l’assistenza e la qualità di vita delle persone con diabete. Il monitoraggio glicemico in continuo (CGM), in rapida evoluzione sia nella accuratezza dei sensori che nelle piattaforme di condivisone dati da remoto, permette di raggiungere tutte le tipologie di pazienti che effettuano terapia insulinica intensiva e necessitano di uno stringente controllo metabolico anche e, soprattutto, durante la pandemia da Covid 19. Il CGM in associazione al microinfusore, che nelle sue declinazioni più avanzate permette l’automazione dell’infusione insulinica (AP), hanno rivoluzionato la cura delle persone con diabete grazie alla possibilità di una terapia ritagliata sui bisogni e le necessità di giovani e adulti e capace di prevenire i maggiori disagi legati alla malattia (ad esempio le ipoglicemie severe), determinando un miglioramento dello stato clinico e della qualità di vita. La possibilità di condividere dati in remoto tramite le piattaforme Web-Based e le app collegate ai sensori o ai sistemi integrati, anche in tempo reale, giunge particolarmente utile nell’attuale contesto di “emergenza”, per garantire le dovute cure e la sicurezza dei pazienti e degli operatori e supportare il processo educativo. Per un utilizzo efficace di tutti i dispositivi tecnologici che oggi abbiamo a disposizione, dalle pompe di infusione ai sensori della glicemia, o ai sistemi integrati, il dialogo e la condivisione di esperienze fra noi medici e i nostri pazienti rappresenta un prerequisito essenziale nel percorso di reciproca collaborazione che ha come fine il controllo della malattia e il benessere di ogni persona con diabete“, ha dichiarato Katherine Esposito, Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Avanzate Direttore U.P. di Diabetologia A.O.U. Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.

La rivoluzione tecnologica ha comportato la progressiva sostituzione dei sistemi tradizionali di monitoraggio della glicemia con l’adozione di sensori sottocutanei per il rilevamento del glucosio capaci di monitorare la glicemia in continuo o mediante il rilevamento “flash”. Tali strumenti hanno permesso di ottenere parametri metabolici fino ad ora impensabili e molto utili per il monitoraggio della terapia quali la determinazione del “tempo in target” (percentuale di valori nell’ambito di un range predefinito), la determinazione del tempo in ipoglicemia ed in iperglicemia e, infine, il calcolo della cosiddetta “emoglobina glicosilata presunta” cioè la sua determinazione sulla base del valore medio di glicemia raggiunto. Tale rivoluzione copernicana della diabetologia è coincisa, fortuitamente, con il periodo di “lockdown” durante il quale, per opportunità e sicurezza, si consigliava ai pazienti di non andare in ospedale o presso i centri diabetologici ad eseguire i prelievi di sangue. I Diabetologi campani, quindi, hanno dovuto-potuto trasformare, in tempo record, i loro ambulatori in “ambulatori di telemedicina-telesalute” riconosciuti anche dal punto di vista formale dai funzionari della sanità campana. Attraverso lo scarico dati dei sensori si potevano seguire i profili glicemici dei pazienti e consigliare gli “aggiustamenti” terapeutici quasi in tempo reale.

Inoltre, l’adozione di strumenti dotati di allarmi per le ipo/iperglicemie permetteva di migliorare non solo il controllo metabolico dei pazienti ma anche la sicurezza degli stessi. Infine, molti di questi strumenti
permettono di “trasmettere in diretta” le glicemie rilevate a distanza sul cellulare del paziente, delle
famiglie e di eventuali ‘caregiver’” ha spiegato Dario Iafusco, Vice Presidente Diabete Italia e Responsabile del Centro regionale di Diabetologia Pediatrica “G. Stoppoloni” AOU “Luigi Vanvitelli”.

 

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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