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Diabete mellito 1 e 2: l’evento online sulla variabilità glicemica nella gestione del paziente

Venerdì 9 aprile si terrà un webinar sull’importanza della variabilità glicemica nella gestione del paziente con diabete mellito tipo 1 e tipo 2. Esperti delle due principali società scientifiche diabetologiche l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e la Società Italiana di Diabetologia (SID) relazioneranno sulla importante tematica coinvolgendo diverse decine di giovani diabetologi siciliani. L’evento presieduto dal Prof. Salvatore Corrao presidente dell’AMD regionale e componente del consiglio scientifico nazionale della stessa società aprirà i lavori dando la parola al Presidente della SID regionale Prof.ssa Giusy Russo dell’Università di Messina. Seguirano le relazioni di esperti che rappresentano il presente ed il futuro della diabetologia siciliana e non solo.

Chiediamo al Prof. Corrao perché un evento sulla variabilità glicemica?

I nuovi farmaci per il diabete di tipo 2 hanno spostato giustamente l’attenzione  sul rischio cardiovascolare. Tuttavia le due forme di diabete quello di tipo 1, da carenza insulinica as

soluta, giovanile per semplificare, e quello tipo 2, caratterizzato da insulino-resistenza e dell’età più avanzata, risentono con gradi diversi del problema delle oscillazioni glicemiche durante la giornata. Questa variabilità è in grado di condizionare il rischio cardiovascolare, di ictus e  di retinopatia dei pazienti diabetici anche se con peculiarità caratteristiche dei due differenti tipi e questo a prescindere dai valori glicemici medi.

Quali sono allora i provvedimenti per intervenire?

Ovviamente l’utilizzo dei migliori interventi terapeutici disponibili, l’educazione del paziente, una nutrizione equilibrata e un corretto stile di vita con molta attività motoria. Ma ritengo necessario sottolineare l’importanza delle nuove tecnologie per raffinare il controllo dell’andamento del glucosio ematico durante la giornata che risulta utile in entrambe le tipologie di diabetici. Tradizionalmente lo abbiamo pensato soprattutto per il diabete sottoposto a trattamento insulinico intensivo, come nel diabete di tipo 1 per ovvi motivi e in alcuni casi di diabete tipo 2. La mia opinione che queste nuove tecnologie sono da utilizzare su più pazienti perchè  evitano il monitoraggio tramite le classiche “punture al dito” per prelevare la goccia di sangue da sottoporre in un secondo momento alla misura di un apparecchio esterno. Al contrario queste  tecnologia permettono di monitorare virtualmente in modo costante i livelli del glucosio interstiziale, rapportandoli a quelli ematici, senza muovere un dito se non per cliccare su apparecchi dedicati che incamerano automaticamente i dati e li inviano ad un app che permette sia al paziente che al diabetologo la visualizzazione del profilo glicemico con tutte le sue oscillazioni. Questo comporta un livello di controllo da parte del medico e di autocontrollo da parte del paziente che assume maggiore consapevolezza del suo comportamento rispetto ai livelli di glicemia. Conseguentemente il paziente è portato a rispettare le regole più facilmente o a scoprire comportamenti errati correggendoli rapidamente anche prima dell’intervento medico.

Ma i costi?

I benefici superano indubbiamente i costi se abbiamo la giusta prospettiva. Se riduciamo la variabilità glicemia nel paziente diabetico sia di tipo 1 che di tipo 2 avremo meno complicanze, quindi meno ricoveri ospedalieri che rappresentano da soli circa il 60% di tutta la spesa per la patologia diabetica. Ancora una volta una visione non miope permetterebbe una maggiore sostenibilità del sistema sanitario migliorando la qualità della vita e gli esiti cardiovascolari dei nostri pazienti.

Cosa può dirci sulla importanza di collaborare tra società scientifiche?

La collaborazione è senza dubbio un arricchimento per entrambe le parti e ringrazio la prof.ssa Russo per la sua disponibilità come quella degli altri relatori perché ciò rappresenta un modo di fare comunità, condivisione e diffusione di conoscenza tra di noi e con i giovani nell’interesse ultimo ma più importante di offrire una assistenza sanitaria di qualità e sempre più personalizzata. Dietro una malattia c’è una persona e noi dobbiamo sempre rispondere ai bisogni assistenziali ed umani dell’individuo pur considerando l’interesse della collettività.

di Paola Chirico
© Riproduzione Riservata
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