I sindacati dei medici e veterinari hanno indetto lo stato di agitazione.
Lo si apprende da una nota siglata da: Carlo Palermo ANAAO ASSOMED, Guido Quici CIMO-FESMED, Alessandro Vergallo AAROI-EMAC, Mauro Mazzoni FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR), Aldo Grasselli FVM Federazione Veterinari e Medici, Biagio Papotto CISL MEDICI, Raffaele Perrone Donnorso ANPO ASCOTI FIALS MEDICI.
La nota è indirizzata a Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per la Funzione Pubblica; al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; al Ministero della Salute; al Coordinatore degli Assessori Regionali alla Sanità; agli Assessori Regionali alla Sanità.
IL TESTO INTEGRALE
Le sottoscritte organizzazioni sindacali della Dirigenza Medica, Sanitaria e Veterinaria del Servizio Sanitario Nazionale, nel rispetto dell’articolo 4, comma 6 dell’Accordo sui servizi pubblici essenziali in caso di sciopero della Dirigenza Medica e Veterinaria del S.S.N. sottoscritto il 26 settembre 2001, e della Dirigenza Sanitaria, Professionale, Tecnica ed Amministrativa del S.S.N. sottoscritto il 25 settembre 2001 secondo cui “Gli scioperi dichiarati o in corso di effettuazione si intendono immediatamente sospesi in caso di avvenimenti eccezionali di particolare gravità o di calamità naturali”, nonché dell’invito rivolto dalla Commissione di Garanzia sullo sciopero (v. note del 24 febbraio 2020, prot. n. 2796/GEN e del 26 marzo 2020 prot. n. 4096/GEN) di astenersi dall’effettuare astensioni collettive durante l’attuale stato di emergenza da Covid-19, al fine di evitare ulteriore aggravio alle Istituzioni coinvolte nell’attività di prevenzione e contenimento della diffusione del virus,
rilevata la
- necessità di modificare il disposto di cui agli articoli 16 del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18 e 34 del Decreto Legge 2 marzo 2020, n. 9, per garantire il rispetto delle norme nazionali e Comunitarie sui dispositivi di protezione individuale (DPI), assicurando agli operatori sanitari la massima protezione possibile (almeno ffp2 per assistenza dei pazienti Covid-19 e ffp3 in corso di procedure invasive);
- necessità di modificare la disposizione dell’articolo 7 del Decreto Legge 9 marzo 2020, n. 14, in materia di sorveglianza sanitaria degli operatori sanitari e degli operatori dei servizi pubblici essenziali che esclude gli stessi dall’applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva nell’ipotesi di contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva,ritenendo indispensabile prevedere sospensione della attività con obbligo di isolamento fiduciario per almeno 72 ore e rientro in servizio solo previa effettuazione di tampone che attesti la negatività al Sars-CoV-2, garantendo altresì stretti controlli diagnostici successivi;
- necessità di limitare ai soli casi di dolo la responsabilità penale, civile e amministrativa degli esercenti le professioni sanitarie per eventi avversi verificatisi nel periodo dell’emergenza epidemica Covid-19;
- necessità di erogare agli operatori impegnati nella emergenza epidemica un riconoscimento premiale pari al raddoppio del valore economico delle indennità di guardia, di reperibilità e del valore orario degli straordinari, nonchè la previsione di una specifica indennità di rischio biologico per l’intera durata dell’emergenza epidemica;
- necessità di aumentare i contratti di formazione post laurea, autorizzando l’ulteriore spesa di 125 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e di 130 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, al fine di portare l’offerta formativa dagli attuali 9.000 a 14.000 contratti di formazione specialistica;
- necessità di incrementare la disponibilità di personale assumendo specialisti, con rapporti di lavoro subordinato, a tempo indeterminato attingendo da graduatorie esistenti o, in loro assenza, determinato, mediante avvisi pubblici a procedure semplificate, ai quali ammettere anche i medici specializzandi iscritti al IV e V anno del corso di specializzazione, senza vincoli di assegnazione alle strutture della rete formativa, evitando contratti libero- professionali “usa e getta” e convertendo quelli già sottoscritti in contratti subordinati a tempo determinato.
Non avendo trovato la disponibilità ad una soluzione condivisa, in tempi certi e rapidi sulle questioni sopra indicate, indicono formalmente lo stato di agitazione delle categorie che rappresentano senza escludere, in assenza di soluzioni alle questioni sollevate, la proclamazione di una giornata di protesta nazionale da attuarsi in forma “virtuale”, (art.4, c. 3, lettera e) degli Accordi Nazionali) ossia garantendo, con spirito di responsabilità, la regolare esecuzione della prestazione lavorativa.