“Da quest’anno al 2025 saranno circa 50 mila gli infermieri che avranno diritto ad andare in pensione, la fuga dal Ssn riguarda non solo gli infermieri ma anche i camici bianchi” dichiarano il Segretario Generale di Confintesa Sanità, Domenico Amato, ed il Coordinatore Nazionale di Confintesa Sanità per il Pubblico, Francesco Lippo riguardo la fuga di medici ed infermieri da corsie, sale operatorie e ambulatori degli ospedali del Servizio sanitario nazionale (Ssn) che rischiano di ritrovarsi senza medici e infermieri senza OSS e senza amministrativi nei prossimi sei anni in quanto solo nel 2019 tra i 7-8 mila aventi diritto senza considerare chi opterà per ‘quota 100’.
“La Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) – aggiungono – da tempo denuncia il ‘buco’ di oltre 50 mila infermieri. La ‘quota 100’ dovrebbe valere per tre anni e quindi i suoi effetti al momento sono più difficili da stimare. I nostri calcoli sono sempre estremamente prudenziali ma siamo molto preoccupati della stabilità del Ssn e sul suo funzionamento”.
“Già oggi in molte Regioni si chiudono alcuni servizi per la carenza del personale. La risposta quindi deve essere rapida ed iniziare con lo sblocco delle assunzioni e con un finanziamento ‘ad hoc’ che possa anche attingere al risparmio che le Regioni avranno dai pensionamenti: con 10 mila medici in meno parliamo di circa 1 miliardo di risparmi per Asl e ospedali ogni anno Fondi, – proseguono – ad esempio, che potrebbero essere usati per promuovere la formazione e valorizzare gli operatori che investono in formazione“.
“Per invertire la tendenza è necessario un cambiamento totale bisogna prima di tutto assumere e rinnovare i contratti, visto che l’ultimo rinnovo è stato solo una apertura alla contrattazione ferma e stagnante da decenni” concludono Amato e Lippo.