La cardiologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “G. Martino”, diretta da Gianluca Di Bella e da Antonio Micari, è destinataria di due
nuovi finanziamenti legati a Progetti di Ricerca di interesse nazionale (PRIN).
Si tratta di linee di ricerca indipendenti, ma i cui fondi sono stati ottenuti in parallelo per studi che vedono impegnati in prima linea Antonio Micari e Francesco Costa, ricercatore universitario e dirigente medico dell’equipe di Cardiologia.
Il progetto di Micari ha come oggetto “Diagnosi nella cura della malattia coronarica in pazienti con disfunzione erettile” per il quale è stata stanziata la somma di circa 300 mila euro; questo progetto è di importanza fondamentale in quanto la disfunzione erettile rappresenta un fattore di rischio “sommerso” di malattia cardiovascolare, spesso trascurato per motivi socio-culturali.
Il progetto di Costa è volto invece a identificare i meccanismi dell’infarto miocardico periprocedurale durante l’angioplastica coronarica ed è stato finanziato per un importo di 236.872 mila euro. L’obiettivo dello studio curato da Costa è quello di approfondire l’impatto dell’infarto periprocedurale, una comune complicanza in corso di angioplastica coronarica elettiva, il cui impatto prognostico in atto è scarsamente studiato.
Si tratta in entrambi casi di progetti innovativi che si inseriscono nell’ambito di un’intensa attività di ricerca ed assistenza che nell’ultimo anno, anche grazie ad ulteriori fondi di Ricerca Finalizzata ottenuti dal Ministero della Salute, ha permesso di effettuare analisi specifiche su pazienti cardiopatici ad alto rischio di
sanguinamento. Grazie alla creazione di un ambulatorio di medicina di precisione, infatti, in questi mesi è stato possibile offrire trattamenti mirati in base al grado di rischio e studiare la reattività piastrinica. Ed è proprio su tale fronte che l’azienda ospedaliera universitaria di Messina è capofila di uno studio clinico randomizzato, coordinato da Costa e Micari, a cui stanno partecipando anche altri sei centri italiani, l’Ospedale Mauriziano di Torino, l’Ospedale Niguarda di Milano, l’Ospedale di Rivoli, l’Ospedale di Cotignola ed il Policlinico di Catania.
“Questi risultati – ha detto il Manager dell’AOU, Giorgio Giulio Santonocito – sono la dimostrazione di quanto le competenze di un’azienda ospedaliera universitaria che fa anche ricerca possano contribuire a migliorare i percorsi assistenziali, favorendo un approccio clinico che tiene conto delle caratteristiche del paziente e delle sue fragilità”.