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Attacchi di panico: quali i sintomi e come intervenire

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Secondo il rapporto Istat del 2017 sono due milioni e mezzo gli italiani che soffrono di disturbi d’ansia, tra di essi il disturbo di panico, detto anche disturbo da attacchi di panico, presente nel DSM-5, risulta essere molto diffuso. Chi ne soffre vive ricorrenti e inaspettati episodi di paura durante i quali si manifestano una serie di sintomi psichici e fisici molto intensi.

In generale sono comuni sintomi fisiologici quali tachicardia, fiato corto, dolore addominale, sudorazione, vertigini, tremori, annebbiamento della vista; sintomi cognitivi come difficoltà di concentrazione, preoccupazione persistente, sensazione di irrealtà e pensieri negativi; sintomi emotivi che consistono nella paura di morire, paura di impazzire o di perdere il controllo.

Tale sintomatologia porta il soggetto ad attuare dei comportamenti protettivi (ad es. allontanarsi da casa solo se accompagnati da persone di fiducia) e di evitamento della situazione temuta. L’età in cui tale disturbo si manifesta per la prima volta tipicamente si colloca tra la tarda adolescenza e i 35 anni. Secondo gli studi finora realizzati non è possibile risalire ad un’unica causa del disturbo, ma sono stati individuati una serie di fattori di rischio che concorrono all’insorgenza del disturbo che risultano essere: situazioni stressanti fisiche e/o psicologiche, predisposizione genetica e familiarità.

La cura del disturbo di panico e la gestione degli attacchi di panico può prevedere diverse modalità terapeutiche. In genere i trattamenti sono di tipo farmacologico e/o di tipo psicoterapeutico.

Il primo passo fondamentale è quello di accettare di avere un problema e di farsi aiutare chiedendo aiuto il prima possibile, in modo da evitare il cronicizzarsi del disturbo e che si instauri un circolo vizioso, cioè la paura della paura di subire un altro attacco di panico.

Per il trattamento della gestione degli attacchi di panico le linee guida internazionali NICE (National Institute for Health and Clinical Excelence) indicano la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, insieme al training di rilassamento, i trattamenti più efficaci per la cura degli attacchi di panico https://www.nice.org.uk/guidance/cg113.

Infatti, attraverso esercizi di rilassamento, di gestione e controllo del respiro, uniti ad un lavoro sui pensieri disfunzionali è possibile superare il disturbo di panico e ritrovare un senso di benessere e di autoefficacia. Parte fondamentale del processo di cura risulta essere la psicoeducazione, che consiste nel fornire informazioni cliniche sugli attacchi di panico, sulla loro non pericolosità e sui meccanismi che spesso mantengono e sostengono il disturbo.

Vengono inoltre fornite informazioni su strategie per controllare il disturbo quali respirare dentro un sacchetto di carta per aiutare a ridurre l’intensità dei sintomi del panico. Obiettivo del trattamento è affrontare le principali paure e sfatare credenze irrazionali (ad es. l’attacco di panico non è pericoloso o non significa che il soggetto stia impazzendo). In ultimo vengono affrontate le principali strategie comportamentali maladattive del paziente aiutandolo a riappropriarsi della propria quotidianità.

di Valentina Palminteri
© Riproduzione Riservata
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