L’Ema ha dato l’ok all’utilizzo della pillola antiCovid Pfizer, Paxlovid, a tutti i paesi membri dell’Unione Europea.
La pillola andrebbe somministrata massimo 5 giorni dopo la diagnosi ad adulti che sono maggiormente a rischio; in particolare, i due principi attivi che la compongono, PF-07321332 e Ritonavir che si trovano in due compresse separate, vanno assunti assieme 2 volte al giorno per un totale di 5 giorni.
Dal momento che l’Ema non ha ancora terminato il processo di revisione per l’approvazione regolatoria del farmaco, ha predisposto una guida per le nazioni che desiderano usarlo in anticipo, per situazioni di emergenza.
Una preoccupazione riguarda però le donne in gravidanza, non soltanto per l’assunzione di Paxlovid, ma anche di Molnupiravir, il farmaco della Merck. La Fda, infatti, ha espresso il suo timore ad un incontro pubblico il 30 novembre scorso, dal quale è emerso che si sta indagando sulla capacità della pillola anti-Covid di mutare il DNA umano. Il farmaco potrebbe cioè interferire con la corretta divisione cellulare del feto, provocando conseguenti malformazioni. Per questo motivo è momentaneamente vietata la sua somministrazione alle donne incinte ed anche alle donne in allattamento.