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Abbronzarsi con cautela: consigli pratici per una fotoprotezione efficace

Le radiazioni solari, nello specifico i raggi ultravioletti UVA e UVB, sono responsabili dello sviluppo del melanoma cutaneo e del fotoinvecchiamento della pelle.

L’esposizione acuta al sole, in spiaggia o praticando sport all’aperto, non sono gli unici responsabili degli effetti nocivi delle radiazioni: anche l’esposizione cronica, accumulata durante tutta la vita può essere la causa di melanoma cutaneo.

I fotoprotettori rappresentano la migliore arma di prevenzione dal danno generato dall’esposizione ai raggi ultravioletti e quindi adottare buone abitudini di fotoprotezione rappresenta un’importante strategia preventiva.

In tema di protezione solare, la prevenzione gioca un ruolo importante cosi come la corretta informazione sull’acquisto e sull’uso delle creme solari fotoprotettive.

Le etichette delle creme solari forniscono indicazioni utili ma molto spesso confondono i consumatori, pertanto è importante saperle interpretare correttamente:

  • UVA Protection: si tratta di un bollino che certifica che il prodotto è stato testato e che contiene almeno 1/3 di filtri UVA rispetto ai filtri UVB. I raggi UVA sono responsabili del fotoinvecchiamento poichè raggiungono gli strati più profondi della pelle, degradandone le strutture di sostegno quali elastina e collagene.
  • UVB Protection: sull’etichetta del prodotto deve essere sempre riportato l’indice SPF (Sun Protection Factor) ovvero il fattore di protezione ai raggi UVB i quali si fermano alla parte più superficiale della pelle e sono principalmente responsabili di scottature ed eritemi. Più alto è il fattore di protezione, maggiore sarà la quantità di raggi schermati.
  • Waterproof o Water resistant?: i solari waterproof non esistono in quanto non esiste attualmente una crema solare che mantenga inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche dopo il contatto con l’acqua. I solari che resistono all’acqua devono dunque riportare la dicitura “water resistent” o “very water resistant”. Queste diciture sono determinate da test che ne verificano la resistenza dopo l’immersione in acqua: se il fattore di protezione è maggiore o uguale al 50% rispetto a quello iniziale il prodotto può dirsi water resistant.
  • Resistenza allo sfregamento: la rimozione meccanica del prodotto, attraverso per esempio il contatto con la sabbia o il telo del mare, può ridurre la fotoprotezione. Alcuni prodotti riportano la dicitura “resistente allo sfregamento” e questi prodotti possono essere utili soprattutto nei bambini.
  • PAO – Period After Opening: è un pittogramma che ritrae un barattolo con il tappo aperto e indica il periodo di variabilità del prodotto una volta aperto (per i prodotti con una durata superiore ai 30 mesi).
  • Data di scadenza: Indica la data entro cui è preferibile utilizzare il prodotto (per i prodotti con una durata inferiore ai 30 mesi). In generale si raccomanda di non utilizzare prodotti scaduti o aperti l’estate precedente.

Quindi, per ottenere un’abbronzatura evitando gli effetti nocivi del sole è bene scegliere consapevolmente il fotoprotettore e rispettare alcune semplici regole, quali:

  1. Esporsi al sole in maniera moderata, evitando le ustioni;
  2. Evitare l’esposizione nelle ore più calde, ovvero tra le 10 e le 16;
  3. Evitare l’uso di lampade o lettini abbronzanti;
  4. Indossare cappelli e occhiali da sole;
  5. Applicare il fotoprotettore anche su orecchie, mani e piedi come su zone molto sensibili come narici e labbra;
  6. Applicare la giusta dose di fotoprotettore: la dose corretta di protettivo solare è di 2 mg/cm2, ovvero le dimensioni di una nocciolina e che per proteggere l’intero corpo di un adulto di media corporatura è necessario utilizzare una dose di crema che sia approssimativamente grande quanto una pallina da golf;
  7. Applicare la crema solare sulla pelle asciutta almeno 20 minuti prima l’esposizione a sole, ripetere l’applicazione dopo ogni immersione in acqua e comunque ogni 2 ore anche se si è già abbronzati;
  8. Scegliere fotoprotettori ad elevato SPF per i bambini;
  9. Scegliere la fotoprotezione in base al proprio fototipo, come indicato nell’immagine;
  10. Fotoproteggersi tutto l’anno e fare più attenzione quando si fanno attività all’aria aperta anche nei giorni nuvolosi poiché, anche se non viene percepito il calore del sole, le nubi filtrano solo il 10% dei raggi UVA.

SPF in base al fototipo

Conoscere termini come SPF e UPFafferma la dottoressa Ilenia Vella, specialista in Dermatologiaci aiuta ad esporci al sole in maniera consapevole e sicura. L’UPF (Ultraviolet Protection Factor) è il parametro apposto nell’etichetta di specifici indumenti che, se indossati,  indica la quantità di ore in cui si può rimanere esposti al sole senza causare danni alla pelle. Il corrispettivo per le creme solari è l’SPF (Sun protection factor). Basta moltiplicare il “fattore di protezione” indicato per il “tempo di protezione reale”, espresso in minuti, che varia in base al fototipo. Ad esempio, una persona con fototipo 1 , il cui“tempo di protezione reale” è di 5 minuti, se protetto con una crema/indumento con SPF/UPF 20 potrà prolungare l’esposizione al sole per 100 minuti (SPF/UPF20x5minuti). I bambini, i soggetti con occhi e capelli chiari e coloro i quali trascorrono molte ore al sole dovrebbero sempre utilizzare cappelli e vestiti che riportano in etichetta il simbolo UPF oppure scegliere tessuti in poliestere o cotone a maglie fitte, ricordando che abiti aderenti o bagnati diminuiscono il fattore di protezione”.

“Importante è anche la protezione degli occhi, con occhiali da sole con protezione UV certificata UV400, poichè i raggi solari non danneggiano solo la pelle ma anche i tessuti oculari. L’utilizzo di creme solari è il metodo di prevenzione più usato per proteggersi dal sole. A questo proposito noi dermatologi raccomandiamo un SPF>30, meglio ancora se >50, poiché si è dimostrato che maggiore è il fattore di protezione, meglio verrà compensata l’inadeguata applicazione, che è la causa più comune di scottaturePer le pelli particolarmente sensibili e tendenti ad allergie e nei bambini molto piccoli è preferibile utilizzare creme solari con filtri “fisici” poichè i filtri “chimici” di alcuni fotoprotettori potrebbero indurre fotoallergia. Infine al di sotto dei 6 mesi, è fortemente raccomandato optare per indumenti con UPF  ed evitare la fotoesposizione diretta, soprattutto nelle ore calde della giornata”.

“Negli ultimi anni – continua la dottoressa Vella –  si sta sempre più diffondendo la fotoprotezione sistemica. Si tratta di prodotti che, assunti oralmente, attivano vari meccanismi di foto protezione. I principi attivi sono rappresentati da derivati vitaminici che esplicano azione antiossidante, anti-mutagena e di fotoimmunoprotezione. Quelli maggiormente utilizzati sono i carotenoidi con azione antiossidante e antiflogistica; la nicotinammide, vitamina del complesso B necessaria ai meccanismi di riparazione del DNA; gli estratti della pianta del cacao,  ricchi di polifenoli con effetto antiossidante, antiinfiammatorio e fotoprotettivo; il resveratrolo, un polifenolo presente nell’uva e nel vino rosso con azione infiammatoria; l’estratto di Polypodium leucotomos, una pianta del Sud America ricchissima in polifenoli, con una potente azione fotoprotettivaLa fotoprotezione orale rappresenta un’ulteriore arma efficace per tutti quei soggetti con fototipo chiaro,con fotodermatosi e fotoallergiee nei soggetti a rischio di tumori cutanei, per i quali, dietro prescrizione medica, è raccomandabile associare alle creme protettive anche i fotoprotettori sistemici, iniziando dal mese precedente alla fotoesposizione, per tutta la durata della stagione.
Ricordare sempre, qualora si abbiano fattori di rischio (elevato numero di nei, familiarità per tumori cutanei, fotodermatosi, pelle e occhi chiara) di effettuare visite dermatologiche periodiche, in particolare prima della stagione estiva, per una fotoesposizione responsabile e per una eventuale diagnosi precoce – conclude la dottoressa Vella.

 

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di Maria Cavallaro
© Riproduzione Riservata
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