Stato di agitazione del personale della Casa di Cura Serena. A proclamarlo Fp Cgil Palermo, Cisl Fp Palermo Trapani e Uil Fpl. “Da anni i lavoratori vivono un estremo disagio dovuto ai continui e ripetuti ritardi nei pagamenti degli stipendi e in alcuni casi non corrisposti”, denunciano i rappresentanti di Fp Cgil Palermo, Cisl Fp Palermo Trapani e Uil Fp Rita Barranco, Rosario Lo Piccolo e Alfredo Orofino.
I lavoratori vantano nei confronti della Casa di Cura il pagamento dei premi di produzione dal 2016 al 2020; il pagamento del 60 per cento della retribuzione di luglio 2019, comprensiva del rimborso fiscale Irpef; la tredicesima mensilità dell’anno 2019.
A seguito di un confronto con i lavoratori, il 14 febbraio 2020 era stato siglato un accordo con il quale l’azienda si impegnava a corrispondere quanto dovuto in 12 rate mensili, a partire dal mese di aprile 2020 e fino al mese di marzo 2021.
Il 7 ottobre scorso, la società ha poi comunicato che, a causa del Covid 19 e delle ripercussioni in termini organizzativi, produttivi ed economici, era costretta a sospendere il piano di rientro concordato e si dichiarava disponibile a effettuare la corresponsione delle spettanze attraverso un nuovo piano di rientro in 13 mensilità a decorrere dal mese di ottobre 2020 e fino a novembre 2021.
A ottobre scorso, su preciso mandato assembleare, è così stato siglato un nuovo accordo, che ha consentito ai lavoratori di percepire le rate di ottobre e novembre 2020, gennaio 2021 e il 50 per cento della retribuzione del mese di febbraio 2021. “Con una scelta unilaterale, l’azienda ha sospeso il piano di rientro, senza dare alcuna comunicazione ai lavoratori – aggiungono Barranco, Lo Piccolo e Orofino – E su nostra espressa richiesta, ha comunicato che avrebbe provveduto a corrispondere le rate scadute in base alle proprie disponibilità entro il mese di novembre 2021”.
“Di fatto – sottolineano i sindacati – i lavoratori per il mese di giugno 2021 hanno percepito solo il 50 per cento della retribuzione, a fronte della emissione di una busta paga per l’intero importo, come già avvenuto per i mesi di luglio e dicembre 2019”. Sembrerebbe, inoltre – scrivono nella nota congiunta i sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil – che la Casa di Cura non avrebbe provveduto a versare le quote del Tfr e le rate dei prestiti, regolarmente trattenute ai dipendenti.