Il richiamo del vaccino anti-Covid-19 in autunno aiuterà a evitare morti e forme gravi della malattia e permetterà di proteggere anziani e fragili in una situazione epidemiologica “complessa”, con i casi in aumento in molti Paesi, compresa l’Italia: lo rileva in una nota la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
Alla luce di queste considerazioni, la Simit accoglie con soddisfazione la nuova campagna nazionale di vaccinazione anti Covid promossa dal ministero della Salute e in linea con le raccomandazioni fatte dalla Simit nel luglio scorso, basata su una nuova formulazione di vaccini la cui approvazione è prevista all’inizio dell’autunno e che potrebbero essere disponibili a partire da ottobre.
“L’attuale stato epidemiologico internazionale mostra la circolazione di nuove varianti di Omicron che stanno determinando un aumento dei casi in diversi Paesi, che richiede pertanto la massima attenzione per valutare l’andamento futuro”, rileva la Simit in una nota. “In Italia – prosegue la società scientifica – si sta verificando un incremento del numero dei casi e persistono circa dieci decessi ogni giorno, cifra tutt’altro che trascurabile. Ci troviamo pertanto di fronte a una situazione epidemiologica complessa, in quanto i soggetti ultrasessantenni hanno un’immunità ridotta dovuta al fatto che hanno eseguito l’ultimo richiamo vaccinale più di sei mesi fa. È auspicabile che la vaccinazione autunnale venga fatta con i diversi vaccini oggi disponibili, sia quelli a mRna che quelli proteici adiuvati”. Anche alla luce di questa situazione, “la Simit accoglie con soddisfazione le indicazioni date dalla direzione generale per la Prevenzione del ministero della Salute, che rispecchiano in larga parte le istanze promosse da Simit e Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, nel documento congiunto pubblicato a luglio”, rileva il direttore scientifico della Simit, Massimo Andreoni.
Ad anziani, fragili (come malati cronici e immunodepressi), donne in gravidanza e operatori sanitari, la Simit raccomanda “una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato“. La vaccinazione, proseguono gli infettivologi, “è consigliata anche a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità”. Il richiamo dovrà essere fatto ad almeno tre mesi dall’ultima dose di vaccino o dalla diagnosi di infezione da virus Sars-CoV-2 ed, “eccetto alcuni casi, sarà possibile anche la co-somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati con altri vaccini (come quello antinfluenzale)”.