Un uomo di 39 anni affetto da una grave insufficienza cardiaca improvvisa è stato salvato grazie al primo trapianto di cuore completamente artificiale eseguito negli Stati Uniti. Inizialmente Matthew Moore di Shallotte, dopo una prima diagnosi del disturbo cardiaco, era stato indirizzato verso un normale bypass. Poi le sue condizioni hanno iniziato a precipitare tanto da rendere l’intervento insufficiente, e, a causa dell’instabilità, non era nemmeno più considerato idoneo per un tradizionale trapianto di cuore.
A questo punto per i medici era rimasta un’unica opzione, ovvero un cuore artificiale: è un TAH (Total Artificial Heart), creato dall’azienda francese CARMAT, il cui modello si chiama Aeson. Si compone di quattro valvole biologiche (di tessuto bovino), due ventricoli e due pompe per il sangue nell’organismo, esattamente come fa il cuore naturale. Pesa il triplo di un cuore umano e ha una resistenza prevista di circa 5 anni, per un totale 230 milioni di battiti. La batteria (al litio) è esterna.
Oggi, grazie alla grande innovazione tecnologica, Matthew è ricoverato in prognosi riservata ormai stabile. Questi cuori artificiali non sono pensati però per essere definitivi, infatti non possono essere utilizzati per oltre sei mesi. Vengono usati di norma per salvare la vita di pazienti terminali che necessitano di trapianto urgente.