“Come si denuncia un medico? Guida pratica per denunciare ed ottenere il risarcimento danni“, titola così un articolo di un noto giornale telematico in cui si spiega passo passo modalità e tempi per ottenere un risarcimento nel caso di malasanità.
“Un vero e proprio vademecum contro medici e utenti. Cibo per gli studi legali, associazioni consulenti, medici legali profittatori di buona fede. Un modo subdolo e insano per spiegare a malati e familiari che avviare un contenzioso contro Aziende sanitarie e medici ed ottenere ottenere un risarcimento ‘sicuro’, in fondo è facile. Si dimentica però di informare il lettore che, dati alla mano, è dimostrato che solo nel dieci per cento dei casi di malasanità c’è una responsabilità dell’ospedale o del medico. Per il resto sono eventi accidentali e che ci si può esporre ad una controquerela per diffamazione se l’evento non esiste, e in alcuni casi anche per calunnia“, afferma Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo.
“La responsabilità etica della diffusione di un simile vademecum – continua Amato – riguarda tutti perché una informazione incompleta produce danni enormi. Accusare di negligenza un medico o una struttura con superficialità ha un costo sociale e pubblico. I medici per difendersi da eventuali accuse prescrivono ai malati tutti gli accertamenti possibili, anche se non servono, facendo lievitare i costi della sanità pubblica, i pazienti non si fidano più di loro e diventano sempre più aggressivi“.
“Si potrebbe replicare – conclude il presidente dei medici – che c’é un diritto dovere di informare il cittadino sulle procedure giuridiche per ricorrere su un potenziale vero caso di malasanità, ma una informazione lacunosa rende tutto molto semplice e fattibile, quando invece nella maggior parte dei casi il medico non arriva neanche al processo, le tasche di certi studi legali s’ingrossano e quelle dei malati si svuotano“.