La recente decisione del governo italiano di trasformare la Gestazione per altri (GPA) in un reato universale ha accentuato un dibattito già infuocato sui diritti riproduttivi e sulle scarse alternative rimaste per le coppie che desiderano diventare genitori. Prima di questo provvedimento, alcune coppie italiane ricorrevano alla GPA all’estero, ma ora anche questa possibilità comporta rischi legali significativi. In base alla nuova legge, chiunque la pratichi, anche fuori dai confini italiani, rischia pene severe, tra cui due anni di reclusione e multe fino a un milione di euro.
Il divieto della GPA: un colpo ai diritti riproduttivi?
La criminalizzazione universale della GPA è stata giustificata dal governo come una misura necessaria per proteggere i diritti delle donne e impedire la “mercificazione” dei loro corpi. Tuttavia, molte voci critiche, incluse le opposizioni politiche e le associazioni LGBTQ+, sostengono che questa normativa crei discriminazioni profonde. Si teme infatti che porti alla creazione di “bambini di serie A e di serie B” e che, in realtà, non affronti i problemi delle coppie infertili, riducendo ulteriormente le loro già limitate opzioni.
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Il calo delle nascite e la crisi demografica
A livello globale, la situazione è ulteriormente complicata dal calo delle nascite in Italia: nel 2022, si sono registrate solo 393.000 nascite, e per il 2023 si stima una diminuzione a 380.000. Questo dato rafforza l’urgenza di riformare le normative sull’adozione e di creare percorsi più snelli e accessibili per le famiglie che desiderano adottare. La crescente crisi demografica italiana rende sempre più necessario sviluppare alternative concrete per sostenere la genitorialità, attraverso politiche che facilitino sia l’adozione che l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. In Sicilia si è registrato un nuovo minimo storico nella natalità. Nel 2022, i nati sono stati 36.810, con un calo di 425 unità rispetto al 2021. Tra le province siciliane, Messina ha registrato il maggiore calo. In controtendenza, Agrigento ha visto un lieve aumento (da 7,2 a 7,5 per mille), mentre Palermo e Trapani sono rimaste stabili. Di conseguenza, la popolazione residente in Sicilia, aggiornata al 31 dicembre 2022, è scesa a 4.814.016 abitanti, con una diminuzione di 19.313 persone (-0,4%) rispetto all’anno precedente. Circa la metà della popolazione dell’isola risiede nelle province di Palermo e Catania, che insieme ospitano il 47,3% degli abitanti.
Turismo riproduttivo: un’opzione rischiosa
Con la criminalizzazione della GPA, molte coppie potrebbero essere spinte a ricorrere al turismo riproduttivo, ovvero a recarsi all’estero per accedere alla maternità surrogata o ad altre tecniche di procreazione assistita non consentite in Italia. Paesi come gli Stati Uniti, l’Ucraina e la Grecia offrono queste possibilità, ma con costi molto elevati. In particolare, negli Stati Uniti i costi per la GPA possono superare i 100.000 euro, rendendo questa opzione accessibile solo a una minoranza di famiglie. Inoltre, ci sono anche rischi legali, poiché il riconoscimento dei bambini nati tramite GPA all’estero non è garantito, creando situazioni di incertezza legale.
La recente legge che criminalizza la Gestazione per altri solleva quindi interrogativi cruciali sulla libertà individuale e sul concetto di diritto alla genitorialità. Resta infatti da chiedersi: a chi giova realmente questa legge? È difficile non notare che, mentre il governo afferma di voler proteggere la famiglia tradizionale, le vere vittime di questo provvedimento siano le coppie infertili e le donne che desiderano offrire un sostegno concreto, mosse nella maggior parte dei casi da un genuina forma di aiuto verso il prossimo.
La limitazione delle libertà altrui può essere giustificata solo in rare circostanze, come la protezione di diritti fondamentali o la prevenzione di danni a terzi. Ma seppur la materia resti così spigolosa e controversa, viene difficile credere che questo diritto abbia mai leso realmente a qualcuno. È lecito chiedersi infatti se questo intervento legislativo non sia piuttosto un riflesso di paure e pregiudizi sociali piuttosto che una reale necessità di tutelare la società.
In fondo, la libertà di scegliere come e quando avere figli è un diritto fondamentale. Quando la legislazione inibisce queste scelte, si erode non solo la libertà altrui, ma si crea un clima di incertezza e paura. La vera domanda è: siamo disposti a sacrificare la libertà di alcuni individui per il bene percepito di una collettività, senza tenere conto che questo “bene” non sia condiviso da tutti? La risposta potrebbe rivelare una società che, invece di progredire, si ritira in un passato incapace di fornire soluzioni ai problemi del presente.