“Lo spot televisivo della Società Obiettivo Risarcimento, incentrato sul discutibile principio che tutti abbiano diritto sempre e comunque ad un risarcimento per supposti errori medici, ripropone, a distanza di dieci anni, una deriva legal-commerciale del contenzioso medico-legale a cui abbiamo già assistito negli Stati Uniti. Da sottolineare che lo spot fa riferimento agli ospedali e, quindi, generalizza, suggerendo l’attribuzione del mancato risultato alla gestione complessiva della struttura sanitaria, sia pubblica che privata“, scrive per sanitainsicilia.it, Franco Vimercati, presidente FISM (Federazione delle società medico scientifiche italiane) che aggiunge – Tutto ciò crea un senso di insicurezza ancor più rilevante rispetto all’errore del singolo medico, coinvolgendo di fatto tutto il sistema sanitario del nostro Paese. Queste campagne commerciali rischiano di produrre danni incalcolabili non solo al Sistema Sanitario Nazionale nel suo complesso, ma agli stessi cittadini “ricorrenti“.
“Se questa deriva non verrà fermata per tempo, assisteremo a breve agli spot di altri Studi Legali che si offriranno per richiedere danni agli Studi Legali che non saranno stati in grado di ottenere i risarcimenti promessi e senza costi per il paziente in caso di insuccesso. La televisione in genere, e quella pubblica in particolare, dovrebbe essere utilizzata per informare correttamente i cittadini su alcuni punti fermi in tema di salute:
1. nonostante gli sforzi mediatici del Dr. House e dei colleghi di Grey’sAnatomy, la medicina resta una scienza “non esatta”. A parte gli errori medici dovuti a negligenza o ad imprudenza, o a fattori di mancata organizzazione sanitaria, in tutti gli altri casi un risultato clinico non conforme alle aspettative non significa necessariamente la presenza di un errore medico ma, nella maggior parte dei casi, l’esito di una mancata risposta individuale al trattamento medico determinata da variabili soggettive, spesso imprevedibili, che sono alla base di quella “non esattezza” della medicina di cui parlavamo in precedenza
2. Una percentuale superiore al 90% delle cause intentate ai medici per supposti errori diagnostico-terapeutici si risolve a favore del medico, non perché vi siano delle lobby trasversali compiacenti e alleate contro gli interessi del paziente, ma semplicemente perché gli accertamenti peritali smontano l’ipotesi dell’errore medico.
3. Il medico esercita la professione in scienza e coscienza riferendosi a linee guida, protocolli diagnostico-terapeutici e, soprattutto, all’esperienza maturata in anni di professione avendo ben presente che la salute del paziente è l’obiettivo principale del proprio agire e il tutto va adattato al caso specifico.
E’ vero, come dice lo spot, che a tutti capita di sbagliare, ma inculcare nel cittadino la convinzione che risultati insoddisfacenti siano sempre l’esito di un errore medico contro cui rivalersi, significa ingannare la buona fede di chi si adopera per curare un malato a cui spesso, non può essere sempre garantito un risultato certo a causa della complessità del caso.
Indipendentemente dal risultato della causa legale di risarcimento c’è qualcuno che ci guadagna sempre…e può non essere il cittadino!“.