“Se fino a ieri, come categoria dei medici, credevamo che l’obiettivo di ciascun paziente fosse il ripristino delle sue condizioni di salute, oggi apprendiamo con stupore, rabbia e rammarico, che esiste qualcuno che vuol provare a modificare questo principio cercando di mercificare la salute della gente. Una tristezza assoluta“, giunge anche dalla Sicilia, attraverso il segretario regionale della Ugl medici Raffaele Lanteri, una dura presa di posizione nei confronti dello spot, andato in onda sulle reti della tv pubblica, che invita le persone a contattare un’organizzazione per denunciare casi di malasanità ed intraprendere azioni legali e risarcitorie.
“Trattare un paziente come il protagonista di un sinistro, al pari di un paraurti graffiato o di uno specchietto rotto, è una vergogna, una follia! Con la salute delle persone non si può scherzare e le malattie sono una cosa seria, non un incidente – aggiunge Lanteri – L’istigazione alle richieste di risarcimenti ci sembra francamente indecorosa ed offensiva nei confronti di chi, quotidianamente, con professionalità e passione si spende nei pronto soccorsi, nelle sale operatorie, nei reparti di degenza, negli ospedali, compiendo il proprio dovere”.
“Spesso e volentieri sopportando anche insulti ed aggressioni insulti, con l’unica gratificazione, certamente la più bella, di avere contribuito a ripristinare la salute del prossimo. Invece oggi, in Italia continuiamo ad assistere sempre di più ad una vera e propria caccia al medico, con colleghi che vorrebbero mollare perchè oppressi e devastati da quest’inseguimento giornaliero, considerato che sono chiamati più a fare presenza in tribunale (spesso senza alcun motivo) che sul posto di lavoro. I medici vanno aiutati e non combattuti – conclude il segretario regionale – Ci dispiace che una personalità televisiva, espediente, sensibile ed attenta come Enrica Bonaccorti abbia sposato la realizzazione di un simile messaggio, ed apprezziamo l’intervento della Rai che ha sospeso la messa in onda dello spot di quest’organizzazione che, certamente, ha raggiunto l’obiettivo di far parlare di se. Un traguardo che, per quanto ci riguarda, non ci sembra affatto un titolo di merito”.