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Si è tenuto a Palermo, il corso relativo allo scompenso cardiaco, all’hotel Federico II, in via Principe di Granatelli.
Si tratta di una patologia in forte aumento, alla cui base vi è, probabilmente, sia l’incremento della durata media della vita, sia l’aumentata sopravvivenza dopo un evento coronarico acuto. Lo Scompenso Cardiaco (SC) o Insufficienza Cardiaca (IC) è una sindrome clinica complessa, definita come l’incapacità del cuore di fornire il sangue in quantità adeguata, rispetto all’effettiva richiesta dell’organismo o la capacità di soddisfare tale richiesta solamente a pressioni di riempimento ventricolari superiori alla norma.
Alla base del corso vi è la “stabilità del sintomo” che spesso induce i medici a non apportare modifiche alla terapia assegnata inizialmente, portando a volte ad interventi di ottimizzazione di questa solo in fasi troppo avanzate di malattia, con scarsi effetti sul possibile miglioramento. E’ in questa ottica che il lavoro di team tra i medici generici e lo specialista ospedaliero diviene indispensabile per garantire una più corretta assistenza al paziente HF.
Molti di questi ricoveri – continua Corrao – sono generati dalla difficoltà dei setting territoriali di assistenza nell’affrontare in modo appropriato le sfide che questa malattia propone. Le principali criticità esistenti in tal senso coinvolgono, in realtà, il setting assistenziale territoriale, nell’ambito del quale le cure primarie occupano un ruolo preminente sia quello ospedaliero.
Il loro superamento – conclude il professore – è perseguibile da un lato migliorando le competenze professionali e potenziando la formazione implementando il processo di integrazione ospedale–territorio”.