Un sistema di gestione clinica e raccolta dati condiviso tra tutte le strutture ospedaliere siciliane, per una più efficiente cura dell‘insufficienza cardiaca.
Questo uno degli obiettivi che saranno discussi nel congresso “Scompenso cardiaco in Sicilia: highlights 2018-2019”, che si svolgerà venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno nelle sale dell’Hotel Piazza Borsa di Palermo.
Durante la due giorni, saranno oltre cento gli esperti provenienti da tutta la Sicilia, che si alterneranno nell’arco di undici sessioni, affrontando i temi più attuali del dibattito scientifico sulle patologie del cuore. Tra gli argomenti in programma, le interazioni cliniche e terapeutiche della fibrillazione atriale e dell’insufficienza cardiaca; i nuovi trattamenti farmacologici per queste patologie e le evoluzioni tecnologiche dei sistemi di assistenza ventricolare sinistra (L-Vad). E ancora, si discuterà di miocardite, cardiomiopatia ipertrofica, elettrostimolazione e scompenso acuto.
L’evento scientifico rappresenta una sintesi dei diversi workshop organizzati durante l’anno dal gruppo di lavoro siciliano dell’Anmco, Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri. Si tratta di un team costituito da giovani cardiologi, coordinati da Francesco Clemenza, responsabile della Cardiologia dell’Ismett di Palermo e da Carmelo Cinnirella, cardiologo dell’ospedale “Gravina” di Caltagirone, che ha tra i suoi obiettivi quello di approfondire la conoscenza dei meccanismi di gestione clinica dello scompenso cardiaco in Sicilia, di migliorarne l’efficienza, di produrre eventi formativi per gli altri medici, e di proporre progetti di ricerca.
Nel corso del congresso sarà proposta, tra l'altro, l’attivazione di un registro regionale sulla miocardite, una patologia che per le sue caratteristiche sfuggenti di presentazione clinica, per la sua eterogeneità e per la sua potenziale pericolosità è particolarmente temibile, ed è attualmente affrontata in modo disomogeneo dai vari centri della Regione.
L’intento di questa iniziativa è da un lato di rendere uniforme la gestione clinica di questo quadro, a prescindere dal livello organizzativo della struttura in cui un determinato paziente si ricovera, dall’altro quella di raccogliere dati utili per la conoscenza della malattia, ed in ultima analisi per migliorare il livello assistenziale in questo campo.
“L’insufficienza cardiaca – spiegano i responsabili scientifici del congresso Francesco Clemenza e Carmelo Cinnirella – non è soltanto una patologia ad elevato carico epidemiologico ed economico, ma anche un banco di prova per i medici che con essa si confrontano, in primo luogo cardiologi ed internisti, ma anche per geriatri, nefrologi, pneumologi, diabetologi. Quindi un classico esempio di malattia da gestire in team multidisciplinare, con il contributo anche di compagni di viaggio; come psicologi, dietologi e fisioterapisti. È anche un banco di prova per la corretta gestione di patologie relativamente rare, come la miocardite, che pure vanno spesso a confluire nel calderone generale dell’insufficienza cardiaca”.