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L’andamento della campagna vaccinale sul territorio trapanese, il raggiungimento dell’obiettivo “isole Covid – free”, la riorganizzazione delle strutture ospedaliere verso la normalità, sono alcuni degli argomenti affrontati col commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, Paolo Zappalà.
Sono trascorsi nove mesi dall’insediamento del manager romano all’Asp di Trapani, durante i quali è stato necessario fronteggiare l’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia da Covid, con modalità, tempi e organizzazione di uomini e strutture.
“In questo momento la campagna vaccinale sta mettendo a dura prova l’organizzazione delle strutture sanitarie su scala nazionale, ma devo dire che a Trapani stiamo andando bene – ha sottolineato Zappalà – Abbiamo effettuato oltre 210mila somministrazioni di vaccino dall’inizio della campagna, cioè dallo scorso 27 dicembre. Stiamo viaggiando su numeri importanti. L’obiettivo che la Regione siciliana ha dato all’Asp è di 4.400 dosi di vaccino al giorno. La macchina organizzativa che abbiamo messo in piedi, in più di un’occasione, ci ha permesso di raggiungere questo obiettivo“.
Relativamente alle ‘isole Covid – free‘: “Vaccinare il 100% della popolazione è pressoché impossibile, però gli scienziati dicono che basta raggiungere una quota pari al 70 – 80% di copertura vaccinale perché si crei comunque nella popolazione un ostacolo alla diffusione del virus limitandone la circolazione. Ritengo che la campagna vaccinale nelle isole sia molto importante e penso che in breve tempo riusciremo a raggiungere questo obiettivo“, prosegue il commissario straordinario.
È già in atto una riprogrammazione delle attività ordinarie all’interno dei presidi ospedalieri convertiti Covid: “Ora che si sta allentando la curva pandemica, i territori premono per un ritorno alla normalità ed è un auspicio anche nostro, però abbiamo il dovere di farlo gradualmente e con prudenza perché ancora la malattia non è sconfitta: oggi sono più di 550 i contagi nel trapanese. È vero che sono diminuiti molto i ricoveri Covid ma oltre 35 persone ancora oggi sono in terapia intensiva. Questo non ci deve fare comunque dimenticare che non si muore solo di Covid“, conclude Zappalà.