Puntare su nuovi modelli di diagnosi, assistenza e cura in ambito oncologico, che possano favorire una maggiore integrazione tra gli ospedali, in prima linea per la gestione della pandemia, e il territorio, contando su terapie sottocutanee, somministrabili anche a casa.
Sono questi gli obiettivi dell’innovativo progetto promosso dalla struttura sanitaria di Ragusa e Roche Italia: avviato a fine dicembre 2020, con il coinvolgimento della prima paziente, il programma offre oggi la possibilità ad una selezione di pazienti con carcinoma mammario HER2 positivo di ricevere al proprio domicilio la somministrazione di una terapia biologica sottocutanea. Frutto di una partnership pubblico-privato tra la struttura sanitaria e Roche Italia, vede anche il supporto della Onlus Samot Ragusa, un’organizzazione già attiva nel territorio regionale nel trattamento domiciliare delle cure palliative.
Priorità del programma è migliorare la qualità di vita delle pazienti, rendendo più agevoli le terapie e riducendo la necessità di spostamenti e visite presso la struttura sanitaria. In tempi di pandemia, questo si traduce anche in maggiori tutele e sicurezza nei confronti di soggetti fragili, che possono essere più esposti ai rischi di contagio. Di fronte a uno scenario che sta, inoltre, continuando a mettere sotto forte pressione i sistemi sanitari regionali, incluso quello ragusano, impegnati nel fronteggiare numeri ancora preoccupanti di casi di COVID e una campagna vaccinale che deve essere implementata nel modo più rapido ed esteso possibile, modelli integrati di assistenza e cura come questo sono preziosi anche per supportare l’efficienza e le risorse organizzative.
“Per tutte le donne reclutate nel progetto è stata eseguita una valutazione oncologica prima del trattamento con controllo degli esami ematochimici. – sottolinea Stefano Cordio, direttore dell’UOC di Oncologia Medica – Il servizio prevede che l’UFA – Unità di Farmaci antiblastici – consegni il farmaco al Servizio Samot. I sanitari si recano, quindi, al domicilio delle pazienti e, dopo avere eseguito la valutazione clinica, somministrano il farmaco. Al momento attuale, non si sono verificate criticità organizzative e tutte le somministrazioni sono state realizzate in sicurezza, nei tempi e nelle modalità previste. Il progetto in corso ha consentito di somministrare il farmaco al domicilio della paziente con notevole semplificazione dei percorsi e riduzione dell’affollamento della sala di attesa del Day Hospital, che è un elemento importante in tempi di pandemia da Covid 19. Il programma di domiciliazione delle cure comporta quindi notevoli vantaggi sia per le pazienti che per il sistema sanitario regionale dal punto di vista economico ed organizzativo“.
Il carcinoma della mammella si conferma essere la neoplasia più diagnosticata in Italia. Colpisce ogni anno 54mila donne ed è responsabile di più di 12 mila decessi. In Sicilia rappresenta la principale causa di morte nella popolazione femminile se si considera la sola categoria dei tumori, costituendo più del 15% della mortalità. In questo scenario, già preoccupante, la pandemia rischia di aggravare ulteriormente il quadro: le stime riportano di ben 1,4 milioni di screening in meno contro il cancro, con un calo di 2mila nuove diagnosi di tumore al seno, dall’inizio del 2020.
Il valore di servizi come questo, capaci di contribuire alla continuità delle cure, diventa ancora più significativo anche alla luce di recenti studi, dai quali emerge che posticipare i trattamenti oncologici, anche di poche settimane, può avere gravi ripercussioni. Lo conferma un’analisi recentemente pubblicata sul British Medical Journal: focalizzato sul setting curativo (terapia neoadiuvante, chirurgia, terapia adiuvante, radioterapia), lo studio prende in esame diversi tipi di tumori e, per il carcinoma mammario, i risultati attestano che un ritardo di 4 settimane ha un impatto statisticamente significativo sulla mortalità.
“Dopo il primo progetto pilota HERHOME avviato in partnership con l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Pascale di Napoli a gennaio 2020, siamo orgogliosi di poter replicare l’esperienza anche a Ragusa e ringraziamo i medici, la direzione della struttura e tutti i partner che hanno reso possibile la realizzazione di questo importante servizio per le pazienti colpite da tumore al seno Her 2 positivo. Crediamo che progettualità come queste possano aprire la strada in Italia a percorsi innovativi di assistenza e cura. – commenta Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore Delegato di Roche Italia – Criticità come quelle che stanno emergendo a causa della pandemia in termini di ritardi di diagnosi e trattamenti oncologici, con l’impatto drammatico che possono comportare, richiedono risposte concrete: le risorse che mettiamo in campo come Roche puntano sulla ricerca e sviluppo di terapie sempre più efficaci anche in fase precoce di malattia e facili da somministrare, a cui si accompagna un supporto a progetti volti a promuovere una sempre maggiore integrazione tra ospedale e territorio, con l’obiettivo di generare benefici per i pazienti, i cittadini e il Sistema. Ci auguriamo di riuscire ad avviare altre collaborazioni con realtà di eccellenza della nostra sanità, rendendo la domiciliazione delle cure una realtà per un numero sempre maggiore di donne colpite da tumore al seno.”