Su International Journal of Dermatology è stato pubblicato on-line l’agosto scorso un interessante lavoro scientifico che evidenzia un problema molto spesso sottovalutato e che al contrario ha una grande importanza per i pazienti in generale ma in particolare per le persone che soffrono di psoriasi.
La disfunzione erettile è un problema che affligge milioni di uomini nel mondo in grado di alterare i rapporti intimi con l’altra persona e quindi anche le relazioni interpersonali in generale.
Pensiamo quindi quanto ciò possa essere importante in chi è affetto da una malattia cutanea altamente disabilitante, quando non curata, e che potenzialmente tende a far sottovalutare al medico specialista altre problematiche quali quelle della sfera sessuale.
Per questo motivo viene considerata una malattia dermatologico-internistica in cui l’approccio multidimensionale mirato alla persona e non alla malattia appare indispensabile.
Lo studio appena pubblicato dimostra nel sangue dei pazienti affetti da psoriasi una riduzione significativa dei livelli di testosterone e incremento dei livelli di estradiolo (ormone prevalentemente femminile).
Questo dato potrebbe spiegare l’associazione tra disfunzione erettile e psoriasi senza considerare quindi gli aspetti psicologici e le condizioni associate, malattie metaboliche e cardiovascolari in primis, in grado di per se di contribuire alla disfunzione erettile.
In accordo alla Organizzazione Mondiale della Sanità la sessualità è un bisogno primario dell’essere umano molto importante nel mantenimento di una buona salute mentale. Questo concetto deve essere ben presente in chi cura la malattia psoriasica.
Lo specialista dermatologo deve quindi mettere al centro il paziente, le sue comorbidità e i sui bisogni non soddisfatti e collaborare pienamente con l’internista dentro percorsi di cura avanzati per garantire la migliore prognosi e qualità di vita dei propri pazienti.
Tra questi bisogni la sessualità non può essere negata e al contrario il recupero di una condizione di normalità, anche grazie a cure e farmaci specifici, può contribuire a ristabilire un buon equilibrio psicologico e a potenziare i risultati clinici delle terapie praticate per la malattia cutanea e le sue comorbidità principali.