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Prevenzione della cecità: l’importanza della diagnosi precoce del cheratocono

Farsi portavoce di una cultura della prevenzione e della sensibilizzazione è stato da sempre uno dei principali obiettivi dell’ARIS, che negli anni si è in tal senso impegnata fortemente con screening, formazione e informazione su larga scala.

Particolarmente caldo è in quest’ultimo periodo il tema della donazione delle cornee, vista la disastrosa condizione di prelievi e trapianti in loco che vive la nostra Regione, con solo 1/3 di chi ne ha bisogno che riesce a soddisfare il proprio diritto alla salute all’interno della propria terra, contro i 2/3 che o vanno in altre Regioni d’Italia o rinunciano completamente al trapianto rassegnandosi all’ipovisione e alla cecità.

Tra le malattie oculari che col tempo possono portare alla necessità di ricorrere ad un trapianto di cornea vi è il cheratocono: patologia corneale, non infiammatoria, caratterizzata dal progressivo assottigliamento, sfiancamento, e protrusione della cornea. Questi cambiamenti nella forma della cornea inducono progressive modifiche refrattive che si traducono generalmente nella comparsa di un astigmatismo irregolare, miopia e successivo graduale peggioramento dell’acuità visiva.

È una patologia caratterizzata da un’insorgenza lenta e progressiva, che si manifesta generalmente durante la pubertà, anche se i primi segni possono presentarsi in qualsiasi fascia d’età.

È dunque in questo caso evidente più che mai che per assecondare la cultura della prevenzione non si può
non partire dai ragazzi, in una fascia di età in cui non solo è possibile una diagnosi precoce delle prima sintomatologie della malattia, ma anche in cui è possibile istillare con maggiore successo quella conoscenza
di base che può renderli futuri uomini e donne coscienti e sensibili rispetto al tema della donazione di organi e tessuti.

“Da queste premesse è nata la volontà della nostra associazione – spiega Rocco Di Lorenzo, presidente dell’Aris –  d’intesa con il Centro di Ipovisione e riabilitazione visiva e con la Casa di Cura Candela di Palermo, che detiene il primato in Sicilia per il trapianto di cornee, di organizzare delle giornate di screening e di informazione-formazione per i ragazzi tra i 14 e i 18 anni all’interno delle scuole superiori”.

“Siamo partiti nelle giornate del 28 e 29 maggio, presso il Liceo “Regina Margherita” di Palermo, grazie alla grande disponibilità della direttrice, professoressa Pia Blandano, anche responsabile provinciale del CTS, Centro Territoriale di Supporto, sempre fortemente sensibile e partecipe, che ha accolto la nostra proposta predisponendo una convenzione che ci consentirà di continuare questo impegno anche l’anno prossimo nelle altre scuole del territorio e della provincia” ha aggiunto Di Lorenzo.

Doveroso è a questo punto per noi ringraziare la Clinica Candela per aver donato all’ARIS un topografo, strumento fondamentale per la diagnosi e i follow-up del cheratocono, che ha permesso ai professionisti del nostro Centro di Ipovisione e Riabilitazione di essere presenti all’istituto Regina Margherita anche con la strumentazione adeguata a rendere il loro impegno ed intervento ancora più preciso ed accurato.

“Non possiamo che ringraziare la direttrice del Centro Regionale Trapianti, dottoressa Bruna Piazza, per aver presenziato all’incontro del 29 maggio – insieme al responsabile dell’UO di oculistica della Clinica Candela, dottore Flavio Cucco, e alla dottoressa Linda Pasta, direttore sanitario della stessa – e per avere, come sempre con grande forza, sottolineato l’importanza del gesto della donazione di organi e tessuti e di un impegno che proprio a partire dai giovani può diventare una grande rivoluzione culturale” prosegue il presidente.

Intervenire precocemente sulle minorazioni della vista – conclude Rocco Di Lorenzo –  che se non tempestivamente individuate possono determinare una condizione di bassa visione irreversibile, non solo è simbolo di una società sempre più sana, ma anche di una società che intervenendo oggi sostiene indirettamente il risparmio delle Aziende Ospedaliere altrimenti gravate dal carico di patologie croniche di difficile gestione, proteggendo il benessere comunitario di domani“.

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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