Daniela Virgilio pedagogista ricercatrice, Segretario ANPE Sicilia – Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani, lancia l’allarme sul fenomeno del ritiro sociale dei giovani.
“A preoccupare è l’analisi del fenomeno e il focus sulla situazione attuale in Sicilia e su tutto il territorio Nazionale. Il fenomeno dell’isolamento sociale non è solo una conseguenza della pandemia Covid-19. Il problema si era evidenziato già da anni, la pandemia ha acuito gli effetti che oggi investono sempre più salute e benessere. Infatti, secondo una meta-analisi pubblicata nel 2015, le persone con solitudine cronica avrebbero un rischio maggiore di mortalità del 26%.
Va puntualizzato che la solitudine è un’esperienza soggettiva negativa transitoria, mentre l’isolamento sociale è caratterizzato dall’allontanamento fisico da qualsiasi contatto sociale. In quest’ultimo caso parliamo di una “solitudine cronica o grave” che rappresenta una seria minaccia per la salute. Evidenze scientifiche la collegano a patologie cardiovascolari: una maggiore attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, una pressione sanguigna alta, un aumento dei livelli di colesterolo e malattia coronarica. Altri Studi più vicini al mio campo di ricerca riferiscono di un legame a disturbi del sonno e a un aumento del rischio di lievi di disturbi cognitivi e demenza. Inoltre, l’isolamento sociale incide sulla salute comportamentale, mentale e sociale nell’arco della vita, influenzando esiti come abuso di sostanze, ideazione suicidaria, ansia e depressione.
Ritengo che il ritiro sociale e il disimpegno dei giovani rappresenti una nuova emergenza sociale riconducibili al cambiamento delle strutture delle opportunità. Si tratta di un fenomeno complesso e caratterizzato da molteplici fattori, tra questi andrebbe considerato il crollo del mercato del lavoro e il precariato, infatti, il ritiro acuto potrebbe rappresentare la risposta all’assenza di opportunità e all’assenza di indizi adeguati per una soluzione.”