Sanità in Sicilia

Nel 2018 gli ex specializzandi sono stati rimborsati per oltre 48 milioni

Oltre 48 milioni di euro di rimborsi in favore di 1521 medici. È il risultato conseguito nel corso del 2018 grazie alle azioni collettive portate avanti a tutela dei medici specializzati tra il 1978 ed il 2006 che non hanno ricevuto dallo Stato italiano il corretto trattamento economico, nonostante fosse previsto dalle direttive Ue (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE).

Il 19% dei medici liquidati nel corso degli ultimi dodici mesi è del Lazio che si conferma al primo posto tra le regioni italiane con 9 milioni di euro di risarcimenti ottenuti. Sul podio la Lombardia con 7 milioni (il 14.6% dei medici), e la Sicilia con 4,6 milioni (9.8%). Oltre 31 milioni di euro sono andati nel complesso alle regioni del Centro-Sud, con la Sardegna (+100%) e la Sicilia (+50%), che hanno avuto l’incremento maggiore dei risarcimenti rispetto al 2017.

Il 2018 si è contraddistinto per l’escalation di sentenze ravvicinate, a conferma di un diritto ormai consolidato e che viene riconosciuto dai Tribunali di tutta Italia in maniera sempre più celere: solo a novembre, ad esempio, lo Stato italiano è stato condannato a rimborsare con oltre 5 milioni di euro altri 234 medici per l’effetto di due sentenze giunte a raffica a distanza di appena 15 giorni l’una dall’altra: la prima della Corte d’Appello di Roma (n.7018 del 7 novembre 2018), l’altra del Tribunale Civile di Roma (n. 22401 del 21 novembre 2018).

Di fronte al rischio di una vera e propria voragine nei fondi pubblici, al Parlamento il compito di individuare finalmente una soluzione normativa per scongiurare un esborso complessivo stimato in svariati miliardi di euro. Tutto ciò, anche in virtù della pronuncia della Corte di Giustizia Europea (cause riunite C- 616/16 e C-617/16), che ha segnato una svolta storica nella giurisprudenza di questo contenzioso e per gli effetti della quale le somme che i tribunali e le Corti dovranno d’ora in poi riconoscere ai medici potrebbero essere triplicate.

Una partita più che mai aperta, quindi, e che vede ingrossarsi le fila dei medici rimborsati dopo il recente e autorevole parere pro veritate che ha confermato “come non si sia formata la certezza del diritto necessaria per il decorso della prescrizione”, ciò a causa dell’assenza di sentenze e normative chiare ed univoche sulla posizione dei medici immatricolati dal 1978 in poi.

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