Si chiama Molnupiravir (MK-4482/EIDD-2801) il farmaco che potrebbe ridurre la diffusione del nuovo coronavirus. Su Nature Microbiology è uscito da pochi giorni uno studio sui furetti. Si tratta solo di uno studio preclinico ma in questi animali la somministrazione di un farmaco pensato per l’influenza (un inibitore del ribonucleoside analogo) è stato in grado di bloccare la diffusione del virus in uno studio controllato e randomizzato, cioè disegnato con gruppo controllo di animali che non riceveva la molecola attiva (solo placebo) ed un gruppo a cui veniva somministrato il farmaco in questione (l’assegnazione avviene in modo casuale secondo un processo che si definisce randomizzazione). I furetti a cui veniva somministrato il placebo infettavano tutti gli altri animali con cui venivano in contatto, al contrario gli animali a cui veniva effettivamente somministrata la terapia non la trasmettevano ai contatti.
Lo studio promette bene ma se fosse solo uno studio sugli animali non saremmo qua a scriverne perché l’informazione non potrebbe avere in questo momento alcuna rilevanza. Al contrario si è già concluso uno studio di fase I, quindi sugli esseri umani, il cui scopo è verificare l’eventuale tossicità e i dati di farmacocinetica (assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione del farmaco). Inoltre, sono in corso due studi di fase II sempre sull’uomo che si concluderanno il marzo prossimo e che valuteranno anche l’efficacia nel bloccare la replicazione virale. Credo che possiamo sperare che prima o poi arrivi una cura efficace, visto che ci sono ben 4156 studi su COVID-19 registrati nel sito americano che cataloga tutti i protocolli di studio. Ovviamente la speranza non va confusa con la fede come nel caso dei pro-VAX o NO-VAX. In particolare, chi crede veramente nella scienza deve chiedere il massimo rigore metodologico nel protocollo di ricerca e soprattutto la capacità di valutare criticamente i risultati nell’interesse e nel rispetto dell’essere umano e dell’etica individuale e collettiva. Tutto questo purtroppo sembra essere saltato per quanto riguarda i vaccini in cui come già scritto sembra prevalere l’etica si ma veterinaria.