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Si è tenuto all’ospedale V. Cervello di Palermo il convegno “Integriamo l’assistenza sanitaria con l’assistenza sociale per le persone con malattia rara” promosso da A.R.I.S. – Associazione Retinopatici e Ipovedenti Siciliani, IRIS – Associazione Siciliana M.E.M. rare e PTEN Italia – Associazione Italiana per la lotta alle PHTS con il patrocinio della Federazione Nazionale UNIAMO per celebrare la Giornata Mondiale delle Malattie Rare.
L’evento è stata occasione di approfondimento e dibattito rispetto ai diversi punti di vista, alle problematiche e alle metodologie operative con cui i vari stakeholders, che seguono un paziente con malattia rara e la sua famiglia, si confrontano quotidianamente nel loro lavoro.
La gestione di un paziente con malattia rara è complessa, complessi sono i bisogni assistenziali cui il Sistema Sanitario deve far fronte e consistente è il carico che la patologia rappresenta per le famiglie, sia in termini di disagio psico-sociale che economico.
Il Piano Nazionale delle malattie rare promosso dal Ministro alla Salute si è posto quale obiettivo proprio l’unitarietà delle azioni intraprese attribuendo altresì un ruolo fondamentale alle associazioni.
Sono proprio le Associazioni dei pazienti ad avere incoraggiato negli anni politiche mirate, ricerche ed interventi di assistenza, ad avere implementato un bagaglio di conoscenza e agito il fondamentale ruolo di orientamento alle scelte, ai percorsi e di condivisione di esperienze.
“Durante il convegno sono emerse delle criticità che si spera dopo questa giornata vengano affrontate e discusse nei tavoli istituzionali competenti – ha detto Maria Cinzia Calderone, presidente dell’associazione Iris Malattie Ereditarie Metaboliche Rare che ha aggiunto – Il mondo della rarità è difficile sia per chi ha una malattia rara ma anche per i professionisti della salute.
Il SSN soffre di una grande carenza di personale e in questo ambito diventa più difficile trovare specialisti che si dedicano alle malattie rare. Speriamo in uno sblocco delle assunzioni e in un maggiore interesse verso le malattie rare. Sarebbe un grande obiettivo inserire le malattie rare nei programmi di formazione e avviare progetti di empowerment dei pazienti, per mettere a sistema la loro esperienza“.