Se ciò che crea dipendenza fa male (per la maggioranza dei casi), gli amandi delle bevute devono stare molto attenti. Da recenti studi è emerso che non solo l’alcol aumenta il rischio oncologo, ma, al contrario di quanto sostengono le ricerche del passato, oggi si è capito che non è necessario un consumo ingente e considerevole per essere in pericolo.
Da una nuova ricerca, si evince che, non solo viene confermato quanto emerso dalle indagini passate, ma viene messo in risalto che non esiste un consumo considerato “sicuro” di alcolici. Anche i bevitori leggeri e moderati, infatti, devono stare attenti anche a un paio di drink al giorno, perché in egual modo hanno maggiori probabilità di sviluppare diverse forme di cancro: alla mammella, al colon, al cavo orale, etc… D’altra parte 740mila casi di cancro diagnosticati nel 2020 sono associati al consumo di alcol anche moderato.
I più colpiti sono gli uomini, con il 76,7% del totale. I tumori più comuni legati al consumo di alcol sono ovviamente quelli dell’esofago, del fegato e della mammella.
La ricerca arriva da un team internazionale diretto dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), in stretta collaborazione con l’Institute for Mental Health Policy Research – Centre for Addiction and Mental Health di Toronto (Canada), del Centre for Research and Information on Substance Abuse di Uyo (Nigeria), del Surveillance and Health Equity Research dell’American Cancer Society (Stati Uniti) e di altri istituti.
Il dato che naturalmente stupisce di più è l’incidenza dei tumori nei bevitori moderati. Ogni bicchiere di vino al giorno è associato a un rischio maggiore del 6% di sviluppare il cancro al seno per le donne e così via.
Il meccanismo con cui l’alcol provoca il cancro avviene attraverso la compromissione della riparazione del DNA. L’alcol aumenta ovviamente anche il rischio di cancro alla testa e collo per i fumatori, nell’aumento dell’assorbimento degli agenti cancerogeni del fumo.