Una tre giorni dedicata all’Oncologia Medica, dal 4 al 6 maggio, con varie tappe in Sicilia. Si tratta del XXI Congresso Nazionale Cipomo, un viaggio per capire l’evoluzione dell’Oncologia Medica.
«Trasformeremo lo spazio del congresso in una vera e propria Agorà, un luogo – spiegano gli organizzatori del convegno Livio Blasi, Paolo Tralongo e Maurizio Tomirotti – dove raccogliere la sfida del confronto, nella piena realizzazione della nostra mission di Primari Oncologi che, al di là delle pur irrinunciabili valenze gestionali, deve restare in primo luogo quella di operare secondo i capisaldi di un’ars medica che sappia coniugare evidenze scientifiche e relazione di cura. Ne parliamo spesso. Più raramente ci fermiamo a riflettere per capire a che punto è il nostro progredire su questo percorso. Il cardine del confronto sarà la centralità del paziente: non ha senso parlare di protocolli terapeutici senza inserirli nella più ampia e pregnante visione di una gestione a tutto tondo del malato e della sua famiglia, secondo una logica di accoglienza e di risposta ai bisogni che fa parte del Dna del nostro Collegio».
«È necessario oggi più che mai ripartire dalla clinica per mettere in campo tutte le risorse umane e professionali in grado di organizzare strutture e percorsi multidisciplinari all’interno di reti oncologiche. Le reti sono e saranno l’unico strumento atto a garantire a tutti, con competenza e ottimizzazione delle risorse, l’accesso alle cure migliori anche negli anni a venire. Ma non basta: se davvero vogliamo raccogliere la sfida di percorsi di cura value based è necessario e urgente ritornare alle radici della nostra professione a volte oggi mortificata da una conduzione eccessivamente burocratica e contabile dei nostri reparti. L’arte medica è altro da un mero esercizio di costi e ricavi: significa esercitare la propria missione di cura quale punto di riferimento per ogni paziente, significa cogliere la complessità di contesti clinici sempre più articolati, significa definire percorsi razionali e umanizzati per le cure di oggi e di domani, significa non abdicare alla nostra funzione di protagonisti nelle scelte di razionalizzazione delle risorse. È in questo contesto che si inserisce il tema dell’appropriatezza prescrittiva di farmaci vecchi e nuovi, a bersaglio molecolare o immunoterapici, fondata su efficacia e tollerabilità ma anche sulla pianificazione ad personam della miglior strategia di cura. È così – concludono -che i protocolli e le Reti potranno essere strumenti preziosi per la cura del malato e per il governo delle risorse, garantendo al contempo una risposta, dove occorra diversificata, a valenze cliniche e sociali sempre più complesse».
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