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Sono 52 le strutture ospedaliere private in Sicilia, per oltre 4200 posti letto, ai quali si devono aggiungere i 413 delle sette Rsa presenti sul territorio. Sono alcuni dei numeri contenuti nel Primo bilancio sociale aggregato redatto dall’Aiop Sicilia, l’Associazione italiana ospedalità privata presentato a Palermo, sulla sanità privata regionale nella sede di Sicindustria. L’occupazione generata sfiora le settemila unità ed è strettamente legata al territorio, con l’83% dei dipendenti residente nella stessa provincia in cui lavora.
Numeri considerevoli anche quelli relativi alle prestazione erogate dalle strutture: 185 mila quelle ospedaliere e 998 mila quelle ambulatoriali, corrispondenti al 23% del totale delle prestazioni sanitarie erogate in Sicilia, a fronte di un’incidenza della spesa della componente privata sul Sistema sanitario regionale del 12%
“Nella sanità privata siciliana – ha affermato Marco Ferlazzo, presidente Aiop Sicilia – un euro investito determina un ritorno di un euro e 70. Purtroppo, chi ha deciso e chi decide, spesso non ha avuto ben chiara quella visione prospettica del ruolo della componente privata nel tessuto produttivo siciliano“.
Un settore verso il quale l’Aiop si augura sempre maggiore attenzione da parte degli stakeholders: “La componente di diritto privato del sistema sanitario nazionale – ha sottolineato la presidente nazionale Aiop Barbara Cittadini -, ha voluto per la prima volta un autoscatto per assumere consapevolezza di quello che è e che fa ogni giorno, grazie alle straordinarie risorse umane che lavorano nelle nostre aziende e grazie ai imprenditori lungimiranti“.
“I tagli non ci sono stati per ragioni che venivano dal nulla – ha detto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza -, ci sono stati perché questa Regione ha fatto un enorme buco della sanità che con grande fatica, attraverso il piano di rientro, oggi si sta colmando e quindi è arrivata una stagione di investimenti e di valorizzazione – ha spiegato Razza – Da parte della Regione siciliana c’è stato innanzitutto il riconoscimento dell’importanza dell’integrazione tra il sistema sanitario erogato da soggetti di diritto pubblico e quello erogato da soggetti di diritto privato – ha concluso – perché alla fine la sanità e’ una sola ed il diritto alla salute è un diritto individuale di ogni cittadino“.
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