Caltanissetta torna in epoca medievale: l’Asp promuove al suo interno la farmacognosia, cioè lo studio di erbe e principi attivi vegetali.
Come ai tempi degli speziali, un dipendente si occuperà di medicina naturale e misture varie. È quanto prevede una delibera contro la quale si è scagliato il sindacato Fials, che ha chiesto un’ispezione all’Azienda sanitaria per verificare le attività svolte e l’eventuale danno erariale, segnalando tutto anche alla Corte dei Conti.
Sono due gli incarichi di specialistica ambulatoriale di biologia contestati: uno da 38 ore per la lettura degli esami di citologia, cioè il Pap test ritenuto ormai vetusto e poco efficace, l’altro di 10 ore settimanali per la disciplina di farmacognosia. La Fials contesta pure l’uso di consulenze come metodo di cessione di attività nel recente passato.
“È offensivo pensare che sia buona sanità – dice il segretario provinciale della Fials, Gioacchino Zuppardo – l’azienda sta promuovendo attività senza alcun valore scientifico che appartengono all’epoca prerinascimentale, mentre da dicembre è sospesa l’attività dello screening di primo livello per la prevenzione del tumore del colon-retto. Quale novello Paracelso dovrà essere sistemato? Chi sarà, tra cabala, alchimia, magia, teologia e indagine filosofica, a supervisionare sulla medicina e sulla farmacologia ufficiale?“.
La Fials contesta anche la scelta di promuovere il Pap test, “esame vetusto che non fa diagnosi e dal quale non viene fuori neanche la gran parte delle lesioni pre-cancerogene. La stessa Regione si è adeguata alle norme nazionali e con un decreto ha soppiantato il Pap test con un esame più approfondito di biologia molecolare, il Pap test seguito da Hpv-Dna di triage. C’è pure un biologo strutturato che potrebbe occuparsene ma viene tenuto in poltrona all’ufficio screening a girare carte e pollici, assieme a un tecnico di laboratorio che da anni è impiegato in un ruolo sicuramente improprio“.
Secondo la Fials questi incarichi rientrano in tutta una serie di sprechi dell’azienda: “Il dirigente medico responsabile del servizio di anatomia patologica, con la collaborazione del direttore di cure primarie e il responsabile della Uos degli screening – scrive Gioacchino Zuppardo – hanno attivato nel corso degli anni incarichi inutili seppure in presenza di biologo strutturato, non hanno adeguato le linee guida al corretto uso dello screening per la prevenzione del tumore cervicovaginale. L’Asp ha pure fatto ricorso a consulenze per poi affidare intere attività ad altri soggetti come l’Asp di Catania. In sostanza hanno dimostrato una totale inefficienza associata a spreco di risorse“.