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La radiologia nella diagnosi del Covid-19: parla il professor Midiri | VIDEOINTERVISTA

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Continuano ad aumentare i casi Covid a Palermo, gli ospedali della città uniti nel contrasto al contagio. Anche il Policlinico di Palermo insieme alle altre aziende ospedaliere è in campo per la lotta al Coronavirus, mettendo in atto dinamiche di intervento per la prevenzione e il trattamento d’urgenza tramite protocolli ad hoc.

Professore Massimo Midiri, Direttore del Dipartimento di diagnostica per Immagini e Neuroscienze interventistiche dell’ospedale Policlinico 

Siamo stati all’interno dell’ospedale Policlinico universitario “Paolo Giaccone” presso il dipartimento di diagnostica per immagini e neuroscienze interventistiche insieme al direttore Massimo Midiri, con il quale abbiamo parlato del fondamentale ruolo della Radiologia per la diagnosi del Coronavirus. L’arrivo di questa emergenza sanitaria ha fatto sì che tutte le capacità sanitarie si unissero per cercare di individuare e curare al meglio questa nuova patologia che numerosissimi ospedali si sono trovati ad affrontare quest’anno.

La radiologia infatti ricopre un ruolo fondamentale nella diagnosi del Covid-19, attraverso l’utilizzo di strumentazioni all’avanguardia capaci di identificare la presenza del virus nei polmoni. Una di queste è la Tomografia computerizzata, tecnica di indagine con la quale è possibile riprodurre immagini anatomiche tridimensionali.

“L’impiego di nuovi strumenti diagnostici, come la Tomografia computerizzata, sta dando un contributo fondamentale in questo momento di pandemia- dice il professor Massimo Midiri- da noi infatti arrivano moltissimi pazienti sospetti Covid-19. Molte patologie simulano in qualche modo i sintomi del Coronavirus, parliamo evidentemente di altre patologie infiammatorie del polmone, come gli stati influenzali o altre problematiche che in qualche modo ricordano l’interessamento polmonare, come ad esempio l’embolia polmonare o polmoniti batteriche. Questo – spiega- porta il personale medico ad approcciarsi a tutti i pazienti come a possibili casi Covid così da adottare preventivamente tutte le precauzioni del caso e pone tutti noi ad un ruolo di estrema attenzione, costringendoci ad utilizzare tutti gli strumenti e i dispositivi di protezione individuali, solo dopo l’esame e la diagnostica differenziale riusciamo a differenziare le polmoniti da Covid e altre condizioni”. Questo procedimento permette, oltre che un’estrema prevenzione in caso di un soggetto positivo, anche un tempestivo intervento che concederebbe in tempi molto ridotti di avviare tutte le procedure del caso.”

Come già verificatosi in altri ospedali, anche il Policlinico universitario “Paolo Giaccone” sta attuando una profonda politica di rimodulazione dei posti letto. “Anche noi stiamo dando il nostro contributo e un corretto ausilio alla sanità regionale in un momento così difficile”. L’ospedale ha previsto infatti la realizzazione di un’area grigia per i pazienti in attesa del tampone e per quei pazienti che nonostante la positività al tampone non risultano avere condizioni gravi, in particolare la struttura si sta attrezzando di ulteriori posti di terapia intensiva per essere il più possibile pronta ad eventuali necessità in caso di pazienti con gravi problemi respiratori. “Abbiamo modulato i posti letto alle esigenze– continua il direttore Massimo Midiri-ci sono posti di terapia intensiva, posti di degenza ordinaria e stiamo creando anche i posti di intensiva”.

Il grande impegno delle strutture sanitarie verso il controllo dell’aumento dei contagi ha previsto il concentramento di intere aree ospedaliere e personale sanitario nell’emergenza Coronavirus; allo stesso tempo però anche nuove strutture sono state messe a disposizione per soddisfare la necessità di curare il resto dei pazienti affetti da altre patologie. Un esempio è la riapertura del Centro IMI (ex Istituto Materno Infantile). “Una buona notizia, in un momento dove le forze sono impiegate quasi tutte per il Covid, tuttavia va ricordato che le alte patologie vanno avanti: le patologie oncologiche, le patologie cardiovascolari. – conclude- Grazie al commissario straordinario l’ingegnere Caltagirone siamo riusciti ad attivare dopo ben 12 anni questa struttura, che abbiamo riadattato a nuove esigenze, per permettere la diagnosi di patologie non Covid, dove è possibile effettuare un servizio di radiologia di Tomografia Computerizzata per i pazienti oncologici che in questo momento trovano enormi difficoltà. Attualmente mettere a disposizione una struttura di questo tipo è molto importante, tenendo conto e avendo cura dei pazienti fragili che non sono Covid”

 

 

di Fabiola Pepe
© Riproduzione Riservata
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