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In questa nuova puntata de La Buona Salute ci occupiamo di un argomento del quale si è parlato in questi ultimi mesi, e del quale ancora oggi si continua a parlare con la dovuta attenzione; il vaiolo delle scimmie, che nei paesi anglofoni è noto come monkeypox. Un’infezione conosciuta da oltre 60 anni che ha visto sporadici casi di contagi dell’uomo negli ultimi 25 anni. Per approfondire al meglio l’argomento abbiamo raggiunto il Dott. Pietro Colletti, Direttore U.O.C. Malattie Infettive dell’ASP di Trapani, presso il Presidio Ospedaliero Paolo Borsellino di Marsala, che ci ha anche spiegato cos’è il vaiolo e come è nato il primo vaccino della storia, grazie all’intuizione del Dott. Edward Jenner che nel 1796 lo sperimentò proprio durante un epidemia di vaiolo in Inghilterra. Ma torniamo all’argomento legato al vaiolo delle scimmie e quale sia l’attuale situazione di casi in Europa, in Italia e ovviamente in Sicilia. I casi non sono tantissimi, e sono tutti sotto controllo, abbiamo avuto modo di approfondire quali siano i rischi di contagio e soprattutto come poter curare chi venisse contagiato, anche se la propagazione del virus da uomo a uomo è abbastanza difficile, ma soprattutto non si tratta dell’antico vaiolo umano, più contagioso e più grave con un preoccupante tasso di mortalità, per il quale in tanti abbiamo ricevuto il vaccino in giovanissima età prima che si sospendessero le vaccinazioni nei primi anni 80. Sembra anche che non ci sia un rischio concreto di pandemia a causa della trasmissibilità ridotta del virus, i casi accertati pare siano stati contagiati dopo un contatto diretto tramite fluidi corporei, per via aerea attraverso droplet a distanza ravvicinata o rapporti sessuali. In conclusione abbiamo appreso quanto alta sia l’attenzione del nostro sistema sanitario, e proprio come ci ha spiegato il Dott. Colletti basta una adeguata attenzione per evitare di essere contagiati.
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© Riproduzione Riservata
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