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Per la prima puntata della trasmissione “La Buona Salute”, settimanale della sanità siciliana, abbiamo intervistato il dottore Giuseppe Sgarito insieme al dottor Sergio Conti, rispettivamente aritmologo e responsabile del laboratorio di elettrofisiologia dell’unita operativa di Cardiologia dell’ospedale Civico di Palermo e cardiologo ed elettrofisiologo della stessa unità. Insieme a loro abbiamo parlato dell’intervento di ablazione delle aritmie cardiache.
Le aritmie cardiache sono delle alterazioni del normale ritmo o della frequenza cardiaca e si presenta con battiti del cuore accelerati. Capita spesso inoltre di confondere il presentarsi delle aritmie con la sensazione di ansia o di affaticamento.
“Il sintomo più frequente delle aritmie è il Cardiopalmo – dice il dottor Sgarito- ovvero la tachicardia che i pazienti avvertono e che spesso può essere comunemente scambiata per ansia, ma dopo un’accurata indagine presso uno specialista, si può riscontrare attraverso l’elettrocardiogramma la presenza di tachicardie”.
Generalmente si tende a pensare che a soffrire di tali problematiche siano le persone anziane o particolari soggetti che soffrono già di alcune patologie cardiache, in realtà queste aritmie possono presentarsi anche in soggetti giovani.
“Anche i giovani con un cuore sano possono essere affetti di aritmie cardiache- dice il dottore Conti- ovviamente esistono diversi tipi di aritmie cardiache. Quelle più frequenti nei giovani, negli sportivi ma non solo, sono le cosiddette tachicardie parossistiche sopraventricolari, ma ci sono anche altre aritmie che sono suscettibili di trattamento interventistico come per esempio la fibrillazione atriale”.
Il primio approccio a questa problematica è di tipo farmacologico, solo quando questo tipo di trattamento fallisce o non riesce ad essere sufficiente alla risoluzione della patologia, il paziente viene sottoposto al trattamento ablativo. L’ablazione delle aritmie è diventata negli ultimi decenni un caposaldo per i trattamenti di quasi tutti i tipi di aritmie cardiache.
In particolare nel trattamento delle aritmie parossistiche sopraventricolari la percentuale di successo dell’intervento risulta essere elevata, superando il 95% per la prima procedura e con una percentuale di recidive molto bassa, intorno al 3%.
Nella videointervista una spiegazione illustrata mostra la procedura messa in atto durante l’intervento, attraverso l’ausilio delle avanguardie mediche adottate per questo tipo di operazioni, ad oggi sempre meno invasive e che prevedono anestesie locali.